“Il Digital Twin è un processo un po’ articolato, in Italia c’è tanta confusione: non è solo un modello tridimensionale ma è il legame tra dati infrastrutturali, dati territoriali di soprassuolo, sottosuolo, integrazione con IoT, e applicazione di intelligenza artificiale per avere un modello predittivo che dia la possibilità di conoscere il comportamento del territorio secondo differenti e possibili stress“. Lo ha spiegato l‘amministratore delegato di Esri Italia, Emilio Misuriello.
A chi può essere utile questo strumento? “Sicuramente alle pubbliche amministrazioni locali, Comuni, Province e Regioni – ha proseguito – che potrebbero utilizzare il Digital Twin dei propri territori per conoscere i comportamenti e gli stress che questi possono subire, immaginiamo in questo periodo, per esempio, le alluvioni, e avere uno strumento che permetta la gestione di questi eventi“.
In quale modo il Digital Twin può essere di supporto a una città come Roma? “Roma- ha concluso Emilio Misuriello- sta impostando grandi trasformazioni della città e questo diventa uno strumento giusto e adeguato per poter gestire la trasformazione e la rigenerazione urbana”.
Roma, Veloccia: Città può dare molto a investitori e cittadini
“Vogliamo progetti che uniscano centro e periferie“. Al Mipim di Cannes, l’evento che riunisce i più importanti gruppi immobiliari del mondo, il Comune di Roma ha presentato i progetti di rigenerazione urbana della città: gli investitori, dunque, tornano nella Capitale. Perché investire nella Città eterna? L’agenzia Dire lo ha chiesto all’assessore all’Urbanistica e alla Città dei quindici minuti del Comune di Roma, Maurizio Veloccia. “Intanto perché Roma è Roma – ha risposto – e non vuole essere un’affermazione retorica: Roma è unica, ha bellezze incredibili, ma è anche una Capitale europea che può dare molto agli investitori e può dare molto anche ai cittadini romani con degli investimenti privati“.
“Noi, infatti – ha proseguito – stiamo promuovendo una rigenerazione che non riguarda soltanto alcune parti della città, magari le più pregiate, ma tutta la città e per gli investitori questo può significare andare a riqualificare interi quartieri dove c’è tanto da fare, c’è tanto da rimettere a posto in termini di infrastrutture, di qualità del nostro edificato che è molto scadente: il 60% degli immobili sono stati realizzati dopo il 1950 e hanno molto spesso una qualità molto molto bassa da un punto di vista dell’edificato“.
“Quindi c’è tanto da fare nella città – ha evidenziato l’assessore Veloccia – e questo può portare ovviamente anche a nuove opportunità per chi abita a Roma, come nuovi servizi, nuove infrastrutture, nuovi luoghi di aggregazione perché, ovviamente, quando chiediamo la rigenerazione urbana chiediamo non soltanto di costruire, ad esempio, nuovi edifici ma anche di dotare questi quartieri dove si va a intervenire di nuovi servizi“.
L’assessore all’Urbanistica e alla Città dei quindici minuti del Comune di Roma ha spiegato che “L’idea di creare, anche attraverso gli investimenti privati, una nuova comunità e una città della prossimità dei cosiddetti quindici minuti, cioè dove i servizi fondamentali siano a servizio di chi vi abita, è dunque l’obiettivo primario che chiediamo a tutti gli investitori. E su Roma c’è una grande attenzione da parte degli investitori nazionali e internazionali“.
A Cannes sono stati presentati anche alcuni strumenti tecnologici a supporto come il Digital Twin della città di Roma: perché è stato presentato questo strumento al Mipim, dove la platea è prevalentemente di investitori immobiliari? “Perché vogliamo far vedere che nella città di Roma le cose si possono fare, si stanno facendo. Quello che abbiamo presentato è un prototipo – ha precisato Maurizio Veloccia – cioè un applicativo in fase di realizzazione prototipale per mappare a sistema tutte le aree di rigenerazione della città. Ne abbiamo mappate più di cento: quindi, a oggi, sono oltre cento i progetti attivi, alcuni più piccoli, più minuti, alcuni di grande interesse e di grande qualità architettonica, alcuni invece sono veri e propri programmi urbanistici“.
“Vogliamo dimostrare a chi vuole venire a Roma per investire – ha poi dichiarato – che questa città non ha soltanto sogni ma anche atti concreti, cose concrete che si stanno facendo sempre e solo attraverso un unico grande indirizzo: noi vogliamo che le cose a Roma si facciano ma che si facciano bene. Vogliamo, dunque, altissima qualità dei progetti“.
“Vogliamo progetti che uniscano centro e periferie, vogliamo progetti che non siano monofunzionali: vogliamo, cioè, dei quartieri in cui non ci siano solamente case per replicare i quartieri dormitorio di tanti anni fa o non ci siano solamente uffici – ha concluso – ma vogliamo che ci sia un mix funzionale per creare una città più armonica e più omogenea“.
