Per la gestione di quarantaquattro mila immobili pubblici da sessantatré miliardi di valore l’Agenzia del Demanio utilizza ben diciotto banche dati, diventate interoperabili tra di loro dopo un lungo lavoro di “accorgimenti progressivi e di reingegnerizzazione dei processi“. Questo è quanto ha segnalato la direttrice dell’Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme, ascoltata dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, in merito all’indagine conoscitiva su misure di contrasto all’evasione fiscale, sicurezza delle banche dati dell’anagrafe tributaria e tutela della riservatezza dei dati dei contribuenti.
Di queste diciotto banche dati, è stato spiegato anche da Massimo Bollati, a capo della direzione della Trasformazione digitale del Demanio “due interagiscono con i sistemi dell’anagrafe tributaria“. In particolare, si tratta “Della banca dati storica utilizzata dal punto di vista amministrativo e gestionale dell’Agenzia del Demanio che è interfacciata con il mondo delle Entrate” e poi “Della banca dati relativa al portale delle riscossioni in cui è possibili vedere i documenti contrattuali e procedere al pagamento on line dei modelli F24 per chi ha concessioni e locazioni“.