Il cyber crimine è cresciuto nell’ultimo quinquennio del 79% e in Italia solo nel primo semestre dello scorso anno è andato a segno il 7,6% degli attacchi mondiali, secondo il Rapporto Clusit 2024.
“Proteggere i dati personali oggi non significa soltanto rispettare le normative, ma vuol dire anche comprendere quali siano i rischi per i cittadini e per gli ordinamenti democratici che possono derivare dai comportamenti individuali, dalle potenzialità della innovazione tecnologica e dagli utilizzi criminosi a cui siamo esposti”, queste le parole di Gabriele Faggioli, presidente onorario di Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nella giornata europea per la protezione dei dati oggi.
“Occorre studiare e prevenire gli impatti sulla stabilità delle istituzioni che possono discendere da strategie politiche interne ed esterne all’Italia. Ogni giorno ci troviamo di fronte a una sfida complessa, in cui a livello globale si confrontano nuove tecnologie e considerazioni etiche, con un impatto significativo sulla vita dei cittadini e delle istituzioni“, prosegue Faggioli. Sotto attacco, in particolare, il settore sanitario del nostro Paese, con una crescita di incidenti solo nel primo semestre 2024 dell’83%.
Per i cybercriminali per i dati sanitari si stima valgano oggi nel dark web oltre trenta volte il valore delle informazioni sulle carte di credito.