I titoli di Stato (BoT, CTz, BTp, CcT), i libretti e i buoni fruttiferi postali, fino a un valore complessivo di cinquanta mila euro, dal 2025, dopo l’emanazione del relativo Dpcm attuativo previsto dalla legge di Bilancio (legge 213/2023), saranno esclusi dal calcolo dell’Isee.
Il Dpcm modificherà il regolamento Isee (Dpcm 159/2013) prevedendo che l’Agenzia delle Entrate fornirà all’Inps i dati sugli importi patrimoniali da eliminare per il nuovo calcolo dell’indicatore.
Per l’attuazione della nuova normativa è necessaria l’emanazione da parte dell’INPS delle relative istruzioni tecniche.
Gli intermediari depositari dei conti titoli hanno già comunicato all’AdE il valore detenuto al 31 dicembre 2023 nei depositi titoli e nelle gestioni di portafogli dei propri clienti.
Dunque, con l’esclusione del patrimonio finanziario fino a cinquanta mila euro, dal 2025, si ridurrà il valore dell’Isee, per cui famiglie, prima escluse, usufruire delle agevolazioni previste sulla base dell’Indicatore, quali l’accesso a rette scolastiche o universitarie inferiori, a un assegno unico per i figli di importo maggiore e delle altre prestazioni prima escluse.
Una situazione che, non tenendo conto di tutte le variabili economiche del nucleo familiare equipara quelli i che hanno comunque accantonato un patrimonio finanziario non indifferente, con quello che, invece, non l’ha potuto fare.
Le nuove modalità di calcolo dell’Isee comporteranno l’aumento dei costi per l’ente erogante le prestazioni sociali; oppure, in senso inverso, minori introiti per gli enti locali che fissano le tariffe di propria competenza, sulla base dell’Isee, con la possibile conseguenza di una revisione del modalità di riconoscimento delle prestazioni sociali, a livello di singoli enti locali.
Di Fabio Picciolini