La Bce ha ridotto di ulteriore venticinque punti base i tassi di riferimento, portandolo al 3,15%. Arrivando, così, a un calo di un punto percentuali in pochi mesi.
Nonostante fosse stato richiesto, non è stato effettuato un aumento maggiore, a causa del tasso di inflazione, pur in discesa, ma ancora non rientrato nel range previsto dalla Bce del 2%. In particolare, per il rallentamento della crescita economica dell’area euro, con una ripresa più lenta del previsto, con effetti depressivi sui consumi e gli investimenti.
Una riduzione che i mercati avevano già previsto e scontato, come dimostra la differenza, ormai di pochi decimi, tra tasso Bce, 3,15%, e tasso euribor a tre e sei mesi, 2,89% mentre il differenziale è molto maggiore sui dodici mesi (2,49%), probabilmente attendendo una riduzione nel 2025.
Tassi che mostrano la riduzione della forbice al momento della prima riduzione del giugno scorso, quando superava ampiamente i cinquanta basic point.
Diverso il discorso per l’Eurirs, a cavallo del 2% per le scadenze a venticinque e trent’anni, rispetto al 2,80% del giugno scorso, con una riduzione più contenuta rispetto al tasso Bce. Valori per i quali deve poi essere valutata l’incidenza dello spread applicato dalle singole banche che allarga, certamente, la forbice.
Da verificare cosa accadrà sul mercato fino al 18 dicembre, giorno in cui saranno operativi nuovi tassi Bce.
Tralasciando i macro temi, a livello micro il taglio avrà effetti positivi sulle rate dei mutui a tasso variabile, con una riduzione, secondo importo e vita residuo del finanziamento, compreso, mediamente, tra i quindici e i venticinque euro mese.
Nonostante la riduzione dei tassi, la rata dei mutui, sempre mediamente, resta sopra il livello del 2022.
Oltre la riduzione delle rate, dopo l’ulteriore taglio, potrebbero crearsi delle buone opportunità per le surroghe, che potranno essere chieste, per chi non vi ha fatto ricorso per tempo, per i mutui a tasso variabile. Tuttavia, si può iniziare a pensare anche a surroghe di mutui a tasso fisso accesi negli ulti due anni. Una scelta che presenta due, forse tre, scenari diversi.
Il primo che, di fatto, una surroga per un prestito “fresco” comporta che il capitale iniziale sia ancora tutto da ripagare, in quanto il piano di ammortamento comporta nelle prime rate solo il pagamento quasi interamente degli interessi. Il secondo, pur con l’intero capitale sostanzialmente da ripagare, il costo finale del mutuo si dovrebbe abbassare molto. Il terzo, di avere fiducia in ulteriori tagli, magari anche più sostanziosi, nel 2025, sopportando ancora per qualche mese il tasso più alto, per avere poi un tasso tornato molto più conveniente.
Un’analisi più complicata per chi deve ora accendere un mutuo. Nonostante la riduzione di un intero punto percentuale, è ancora vantaggioso il tasso fisso, che sconta oltre cento punti di vantaggio sul variabile, con un minor costo, sempre mediamente, tra i sessanta e gli ottanta euro mese.
Allo stesso tempo, avere fiducia su ulteriori tagli a breve, potrebbe portare all’accensione di un tasso variabile, anche consci che le surroghe, per quanto obbligatoriamente da concedere, in presenza dei giusti requisiti del mutuatario, scontino a volte alcune difficoltà di perfezionamento. Ad esempio, in caso di plurime richieste di surroga, oppure di accettazione.
Infine, quanto affermato per i mutui ha scarso valore per i prestiti al consumo, in quanto sostanzialmente tutti sottoscritti a tasso fisso.
Nel 2025 la Bce, salvo fatti eccezionali, proseguirà nella riduzione dei tassi, per ridimensionare il gap, rispetto ai tassi di mercato. L’obiettivo è quello di sostenere l’economia europea, per non rischiare una fase recessiva, dove le problematiche di Germania e Francia potrebbero essere solo un prodromo di quanto possa avvenire anche in altri Paesi e per le politiche, che saranno decise dagli Stati Uniti, in termini di dazi sui prodotti europei. Questi ultimi potrebbero produrre un forte rialzo del tasso di inflazione sia per le problematiche geopolitiche in Ucraina sia nel medio oriente.
Di Fabio Picciolini