Qonto, la soluzione di gestione finanziaria aziendale leader in Europa per PMI e liberi professionisti con oltre cinquecento mila clienti, presenta il suo nuovo osservatorio sullo stato delle piccole e medie imprese in Europa nel 2024. Il rapporto è stato redatto in collaborazione con YouGov, attraverso un sondaggio tra oltre cinquemiladecisori senior per PMI in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.
“La nostra ricerca – commenta Mariano Spalletti, Managing Director per l’Italia di Qonto – mostra un panorama aziendale resiliente nonostante le sfide economiche persistenti. Sebbene l’inflazione e la carenza di domanda rimangano sfide rilevanti, i dati evidenziano come le PMI stiano attivamente abbracciando la trasformazione, con un’importante spinta verso l’adozione di strumenti basati sull’intelligenza artificiale e iniziative per la riduzione delle emissioni di carbonio. Inoltre, le soluzioni bancarie digitali stanno raggiungendo lo stesso livello di popolarità e utilizzo delle banche tradizionali. Le aziende si proiettano verso il 2025: il lavoro a distanza è destinato a rimanere grazie ai suoi effetti positivi sul business, l’acquisizione di clienti e lo sviluppo della forza lavoro emergono come priorità principali e gli investimenti in tecnologia restano cruciali per la crescita del tessuto imprenditoriale italiano. Questo tipo di analisi è per noi fondamentale, in quanto ci aiuta a comprendere le esigenze e le sfide delle PMI europee, per aiutarle a prosperare in un ambiente aziendale sempre più complesso e per offrire soluzioni che rispondano al meglio alle loro esigenze in evoluzione”.
Le PMI europee sono resilienti nonostante le difficoltà economiche
L’ultimo studio di Qonto rivela un panorama aziendale robusto nei mercati europei, con il 64% delle aziende che raggiungono i propri obiettivi del 2024 e il 10% che li supera, riflettendo una forte resilienza aziendale nonostante le difficoltà economiche. La dimensione dell’azienda emerge come un fattore critico per il successo, con le aziende con fatturato superiore ai cento milioni di euro che hanno tre volte più probabilità di superare gli obiettivi rispetto a quelle sotto i centomila euro (23% contro 7%).
Le aziende italiane mostrano risultati promettenti, con il 67% in linea con gli obiettivi e il 10% che li supera. Eccellono nel settore della logistica, con il trasporto e la distribuzione che raggiungono l’86% in linea o superiori agli obiettivi. Tuttavia, il settore immobiliare italiano affronta le sfide maggiori tra tutti i mercati europei, con il 46% delle imprese sotto le aspettative. Le performance regionali variano notevolmente: Lombardia e Lazio sono in testa con il 72% e il 67% delle imprese che raggiungono gli obiettivi rispettivamente, mentre Toscana e Piemonte mostrano tassi più elevati di risultati inferiori alle aspettative, con solo il 58% delle PMI che raggiungono i loro obiettivi.
Inflazione e debole domanda rimangono le principali sfide
Nonostante una lieve diminuzione nei tassi di inflazione ufficiali, l’inflazione e la carenza di domanda restano le principali preoccupazioni, interessando il 30% delle PMI europee. Queste sfide persistenti riflettono i risultati di Qonto del 2023, suggerendo che i problemi sono profondamente radicati nonostante la riduzione dei tassi di inflazione ufficiali. Le preoccupazioni secondarie includono la concorrenza aumentata e le difficoltà di flusso di cassa, che colpiscono ciascuna il 20% delle aziende.
Le aziende italiane danno la priorità alla carenza di domanda (34%) come principale sfida, seguita dai problemi di flusso di cassa e dalla concorrenza aumentata (entrambi al 26%). Rispondendo ai fattori che hanno avuto un impatto positivo sulle loro aziende, le variazioni regionali mostrano come l’efficienza operativa stia favorendo i miglioramenti in Piemonte, Puglia, Sardegna, Lombardia e Calabria, mentre la Sicilia beneficia di processi di gestione aziendale ottimizzati.
Prospettive per il 2025: il triplo obiettivo delle PMI
Le scoperte di Qonto mostrano che l’acquisizione di clienti è la priorità principale per il 31% delle aziende europee che si proiettano nel 2025. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende stanno dando priorità all’innovazione del prodotto (22%), seguita da nuove linee di servizio e campagne di marketing (entrambi al 21%). Sebbene la crescita finanziaria spinga la maggior parte delle decisioni, la necessità di una forza lavoro qualificata emerge come il secondo fattore cruciale per il successo.
Degno di nota è che le iniziative di sostenibilità e l’espansione del mercato si collocano più in basso nella lista, citate solo dal 13% degli intervistati, suggerendo un focus sulle attività di business piuttosto che su preoccupazioni ambientali. Le aziende italiane mostrano la preoccupazione maggiore per la qualificazione della forza lavoro (34%) tra tutti i mercati, seconda solo all’acquisizione di clienti. Il loro focus sul mantenimento di team qualificati mentre perseguono la crescita suggerisce un approccio duale allo sviluppo aziendale.
Spese tecnologiche guida i piani di investimento per il 2025
Il rapporto mostra che i team tecnologici continuano a essere il principale obiettivo di investimento per le aziende europee nel 2025, con il 28% delle PMI che pianificano di aumentare la spesa per i dipartimenti tecnologici. Questo supera gli investimenti in Marketing/Comunicazione (27%) e in Vendite/Acquisizione clienti (25%), continuando la tendenza dell’anno scorso.
I team di Prodotto e Assistenza Clienti sono anche tra le aree di maggiore interesse, con circa 1 azienda su 4 che prevede un aumento degli investimenti. In particolare, gli investimenti in Affari Pubblici e in Impatto & Diversità sono. Le aziende italiane mostrano una divisione distintiva nelle priorità di investimento, con Tecnologia, Risorse Umane e Servizio Clienti ciascuna indicata dal 29% dei rispondenti come area principale di investimento, dimostrando un approccio equilibrato allo sviluppo aziendale.
Impatto: riduzione delle emissioni & DEI
Il 79% delle PMI europee sta lavorando per ridurre le emissioni. I risultati di Qonto evidenziano un interessante approccio ambientale tra le PMI europee, con il 49% che ha già implementato misure per la riduzione delle emissioni di carbonio e 1 azienda su 3 che prevede azioni future. Tuttavia, solo il 9% lo considera una priorità assoluta, e il 21% non ha alcun piano di riduzione delle emissioni. Anche se solo il 9% lo considera una priorità principale, il tasso complessivo di impegno del 79% è in linea con gli obiettivi del Green Deal della Commissione Europea, che mira a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030.
Le aziende italiane sono leader nell’impegno ambientale in tutti i mercati, con un impressionante 87% che sta implementando o pianificando misure di riduzione delle emissioni. Il 56% sta già adottando misure, mentre solo il 13% non ha intenzione di adottare tali iniziative, la percentuale di resistenza più bassa in Europa.
La dimensione aziendale conta: le grandi imprese guidano gli sforzi di riduzione del carbonio in tutta Europa
Lo studio di Qonto mostra una chiara correlazione tra la dimensione dell’azienda e l’impegno ambientale. Le aziende con più di cinquanta dipendenti mostrano una maggiore adozione delle misure di riduzione delle emissioni rispetto alle piccole aziende (43% contro 39%). L’impatto della dimensione aziendale è ancora più evidente se si considera il fatturato: mentre solo l’8% delle aziende con un fatturato inferiore a un milione di euro dà priorità alle iniziative di carbonio, questo numero sale al 15% tra le aziende con un fatturato superiore a cento milioni di euro.
Questi dati si inseriscono nel contesto dell’espansione della legislazione CSRD della Commissione Europea. A partire dal 2027, le PMI europee con più di dieci dipendenti, un fatturato superiore a novecento mila euro o un patrimonio superiore a 450mila euro dovranno per legge rendicontare il loro impatto ambientale e sociale. Le PMI italiane mostrano significative disparità regionali nell’impegno ambientale. Mentre l’Umbria guida con il 23% delle aziende che danno priorità alla riduzione delle emissioni, le regioni industriali come la Lombardia (8%) e la Toscana (5%) mostrano un impegno inferiore. Lazio, Sicilia e Puglia mantengono un impegno moderato con il 13%.
Le PMI europee affrontano il divario di genere nell’iniziativa di diversità
Lo studio di Qonto mostra che tre quarti delle PMI europee stanno affrontando attivamente nella comunità aziendale almeno una forma di pregiudizio discriminatorio. La parità di genere guida le priorità DEI (Diversità, Equità, Inclusione), seguita dalla diversità di età e culturale. In particolare, un’azienda su quattro non segnala iniziative DEI in corso. Tra i mercati europei analizzati, le aziende italiane mostrano i tassi di adozione DEI più bassi, con solo il 66% che riporta l’implementazione di politiche DEI, di cui la parità di genere (32%) è il focus principale.
Tecnologia e IA
L’IA sta guadagnando un notevole terreno in tutta Europa, ma la privacy dei dati rimane una preoccupazione. L’analisi ha confermato una diffusa adozione dell’IA, con il 67% delle PMI europee che stanno già implementando strumenti di IA. Le caratteristiche aziendali influenzano significativamente i tassi di adozione: le aziende più grandi mostrano un’implementazione maggiore, mentre le aziende con meno di cinque anni guidano l’adozione con il 75% rispetto al 61% delle aziende con oltre trentacinque anni.
I settori dei servizi finanziari e IT/TLC emergono come i principali per l’adozione dell’IA. Nonostante l’aumento dell’adozione dell’IA, la privacy dei dati rimane la preoccupazione principale, citata da un’azienda su tre. Il settore medico e sanitario mostra preoccupazioni particolarmente acute per la privacy dei dati, con il 38% delle aziende che citano difficoltà nell’equilibrio tra l’implementazione dell’IA e la protezione della privacy – il tasso più alto tra tutti i settori studiati. Le aziende francesi, spagnole e italiane seguono la media europea per quanto riguarda i modelli di adozione dell’IA, con le aziende più grandi più propense a adottare l’IA.
Banche e contabilità
Il banking digitale supera quello tradizionale in termini di tassi di adozione: i risultati evidenziano un cambiamento nelle preferenze delle aziende per i servizi bancari aziendali, con le soluzioni online (31%) che ora eguagliano le banche tradizionali (29%) per quanto riguarda i tassi di adozione. Una azienda su tre opta per un approccio ibrido, utilizzando sia i servizi tradizionali che quelli digitali. L’età dell’azienda emerge come un fattore determinante: il 38% delle aziende con meno di 5 anni utilizza esclusivamente soluzioni online, rispetto al 24% delle aziende fondate più di trentacinque anni fa.
Il settore dei servizi finanziari guida l’adozione digitale, con quasi la metà delle aziende che utilizza solo soluzioni online. Le elezioni lasciano le aziende moderatamente ottimiste.
Il barometro di Qonto rivela che, metà delle PMI italiane non hanno registrato impatti sul business dalle recenti elezioni regionali (fino a settembre 2024): i risultati positivi superano quelli negativi, in particolare tra le aziende più grandi. Le risposte dei settori variano notevolmente: i settori Trasporti/Distribuzione e Servizi Finanziari mostrano il maggiore ottimismo (28% e 20% rispettivamente), mentre i settori Medico/Salute e Ospitalità/Tempo Libero affrontano maggiori sfide, con il 20% che segnala effetti negativi.
Reazioni divise alla riforma del mercato energetico in Italia, con i settori dei servizi più fiduciosi
I risultati mostrano che le PMI italiane sono equamente divise sull’impatto della liberalizzazione del mercato energetico, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Mentre i settori Legale, IT/Telco e Media/Marketing mostrano fiducia con il 70% che non è preoccupato, le industrie a contatto con i clienti, come Ospitalità/Tempo Libero, Retail e Servizi Finanziari, esprimono notevoli preoccupazioni, con il 64% che teme impatti operativi.