La crescente domanda e lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia pongono nuove sfide e opportunità nel riciclo dei materiali provenienti da fotovoltaico, eolico e batterie per veicoli elettrici. È quanto messo in luce dallo studio “Energie rinnovabili e mobilità elettrica: opportunità di investimento nella catena del valore del riciclo di rifiuti emergenti” di Native Strategy, società di consulenza strategica internazionale.
Secondo il Report, l’Italia si prepara ad affrontare un picco nella domanda di smantellamento dei pannelli fotovoltaici tra il 2027 e il 2033. Un periodo critico che coincide con il fine vita dei 16,9 GW di impianti installati tra il 2010 e il 2013 grazie agli incentivi pubblici. Tra i materiali sarà particolarmente richiesto l’argento, che costituisce solo lo 0,05% del peso complessivo dei pannelli, ma rappresenta circa un terzo del valore dei materiali riciclabili. Con una riserva totale stimata di 540mila tonnellate di argento, si prevede una significativa carenza fino al 2075. Il riciclo di una tonnellata di rifiuti fotovoltaici può produrre fino a cinquecento grammi di argento con una percentuale di recupero del 95%.
Nel settore eolico, l’Italia si trova di fronte alla fine del ciclo operativo della prima generazione di generatori. Lo Studio sottolinea l’urgenza di sviluppare soluzioni di business alternative alla discarica per le pale eoliche, composte principalmente da materiali compositi e quindi difficili da riciclare. Sebbene circa l’85-90% dei generatori possa essere riciclato, il peso delle pale rappresenta un vincolo significativo per l’economicità del processo di riciclaggio, stimato intorno ai 530mila dollari per turbina. Le indicazioni delle direttive europee, che vietano l’abbandono nelle discariche, rendono già oggi cruciale lo sviluppo di nuove filiere per il recupero e riciclo in maniera più sostenibile di queste tecnologie.
Inoltre, è previsto che il volume di batterie per veicoli elettrici giunto alla fine del suo ciclo, aumenterà da mille tonnellate nel 2025 a più di sei milioni di tonnellate entro il 2050. Il ricondizionamento, il riutilizzo e il riciclo delle batterie sono le uniche soluzioni possibili per dare loro una seconda vita. La domanda di materiali come litio, cobalto, manganese, nichel e grafite crescerà del 500% entro il 2050, mentre i costi operativi per il riciclaggio delle batterie in Italia potrebbero raggiungere i 309 milioni di euro entro lo stesso periodo.
“Siamo davanti ad una fase critica, ma anche di opportunità per l’Italia, in quanto nei prossimi anni avremo la necessità di smaltire in modo sostenibile molte tecnologie di energie rinnovabili e batterie giunte a fine vita. Con la crescita della capacità installata di impianti fotovoltaici ed eolici, e l’aumento previsto delle batterie a fine vita, sarà cruciale sviluppare e adottare tecnologie avanzate che permettano di gestire efficacemente questi processi – ha dichiarato Paola Leoni CEO di Native Strategy – I forti investimenti in energie rinnovabili genereranno già nei prossimi dieci anni milioni di tonnellate di rifiuti ad alto valore, offrendo la possibilità di recupero di materiali strategici e rari. Ad oggi la filiera italiana mostra ampi spazi di mercato per player istituzionali e privati favorendo aggregazioni, partnership e la messa a terra di nuove soluzioni di recupero abilitate dai progressi tecnologici“.
L’Italia si sta posizionando come un attore chiave nella transizione energetica globale, grazie all’adozione di energie rinnovabili e della mobilità elettrica. Investimenti in tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’automazione robotica e il riciclo avanzato sono essenziali per ottimizzare i processi di gestione dei rifiuti e promuovere l’economia circolare. Con il giusto supporto normativo e tecnologico, l’Italia ha il potenziale per rispondere alla crescente domanda di rifiuti legati alla transizione energetica riducendo allo stesso tempo i rischi legati a supply chain globali.