Il dipendente cerca di ‘monetizzare’ nell’immediato il budget a disposizione. Più del 60% dei valori messi a disposizione vengono, infatti, convertiti in voucher usufruibili in maniera più estesa rispetto alle tipologie di spesa previste nel perimetro welfare (ad esempio rimborsi o fondi sanitari).
Questo è quanto emerge dal primo Osservatorio Welfare AmedeA presentato oggi a Milano in occasione della rotonda Unica Welfare Conference 2024.
Si tratta di un’indagine dello scenario attuale e delle prospettive di sviluppo future del welfare aziendale sul campione di AmedeA, Welfare Operation Center in Italia, che offre tutti i servizi operativi e amministrativi alle Welfare Company, in particolare l’emissione e la gestione del rimborso dei servizi sostitutivi di mensa e dei voucher in genere (tutto ciò che ricade nel perimetro dei fringe benefit) in formato cartaceo, elettronico, virtuale a cui si aggiungono tutte le attività di back office.
In totale AmedeA gestisce le pratiche relative alle prestazioni di welfare (attraverso la formula del rimborso) per mille aziende e oltre 230mila di lavoratori e per un gruppo di organizzazioni di varie dimensioni. Questo campione di AmedeA mette in luce come l’introduzione dei piani welfare, riguardi prevalentemente le medie grandi aziende, se raffrontate al numero complessivo. Ma anche le imprese micro/piccole lo stanno gradualmente introducendo, integrando di fatto i piani retributivi.