Nel corso di una conferenza stampa congiunta con la la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Layen, l’ex Presidente del Consiglio e della BCE Mario Draghi ha tracciato la sua road map per garantire la competitività europea.
Tre i pilastri principali (espandibili in cinque linee d’azione) su cui si fonda il report. L’innovazione è uno di questi. Dare spazio a questo settore “è la chiave del futuro”. Al momento, invece, nell’Ue, “c’è uno stallo”, ci sono “troppe barriere”, sottolinea Draghi, e per questo “serve un cambiamento”. Un altro dei pilastri è poi quello legato alla decarbonizzazione, che viene definita dall’ex presidente del Consiglio come una grande “opportunità per la crescita”. In questo quadro occorre però “migliorare l’approvvigionamento e l’offerta di energia pulita” e serve “un piano congiunto” a livello europeo. Anche perché “la concorrenza della Cina minaccia l’industria green europea”. Il terzo ambito d’azione, invece, è quello che riguarda l’obiettivo di “aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze”. Nella prefazione del report, viene spiegato che “l’Europa si preoccupa del rallentamento della crescita dall’inizio di questo secolo. Varie strategie per aumentare i tassi di crescita si sono avvicendate, ma la tendenza è rimasta invariata. Considerando diversi parametri, si è aperto un ampio divario nel Pil tra l’Ue e gli Stati Uniti, guidato principalmente da un rallentamento più pronunciato della crescita della produttività in Europa”. E, “su base pro capite, il reddito disponibile reale è cresciuto quasi del doppio negli Stati Uniti rispetto all’Ue dal 2000”. “L’era della rapida crescita del commercio mondiale sembra essere passata”, si legge ancora nel documento, “con le aziende dell’Ue che si trovano ad affrontare sia una maggiore concorrenza dall’estero che un minore accesso ai mercati esteri”. L’Europa inoltre “ha improvvisamente perso il suo più importante fornitore di energia, la Russia. Nel frattempo, la stabilità geopolitica sta diminuendo e le nostre dipendenze si sono rivelate delle vulnerabilità. Il cambiamento tecnologico sta accelerando rapidamente. L’Europa ha in gran parte mancato la rivoluzione digitale guidata da Internet e i guadagni di produttività che ha portato”. E se l’Europa non potrà diventare più produttiva, “saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, leader nelle nuove tecnologie, un faro di responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. Questa è una sfida esistenziale”.
Qui è disponibile il report completo