di Rosy Alaia
In occasione della masterclass all’interno Programma Master&Job dell’Associazione Eraclito 2000, attiva da 30 anni nel settore della formazione, ho avuto occasione di approfondire la tematica della parità di genere in azienda. L’intervento, ovviamente, non si è svolto in una data casuale ma in occasione proprio della Festa della Donna, ricorrenza oggi scevra di molti dei suoi significati originari. È stato un piacere confrontarmi con i giovani studenti e studentesse universitari e post-universitari, anche in qualità di rappresentante del Dipartimento Digital Woman del centro studi APSP, e in questa occasione ho portato loro la mia esperienza.
Il mio intervento è iniziato definendo il gender gap e cercando di individuare i motivi per cui questo esiste e come potrebbe essere risolto. Ritengo, infatti, che il primo passo per chiudere il Gender Gap sia indentificarlo. Ciò è possibile attraverso l’individuazione e la misurazione dei KPI legati al gender, che diano visibilità della situazione “as is”. Questo permette di prendere consapevolezza rispetto al punto di partenza e di costruire un piano di azioni che vada a colmare il gap.
Ho riportato la mia esperienza anche come Director di CRIF, società in cui La Diversity & Inclusion, con un particolare focus sull’empowerment delle donne, è uno dei pilastri della CRIF ESG Strategy, il Piano di Sostenibilità Triennale, reso pubblico all’interno del Report di Sostenibilità 2022. A tal proposito, CRIF si è posta degli obiettivi quantitativi e qualitativi di breve/medio e lungo termine volti a:
- Incrementare la % di donne nelle posizioni di middle management
- Mantenere l’equilibrio di genere all’interno della popolazione aziendale
- Assicurare l’equilibrio di genere all’interno dei processi di assunzione e promozione
Non da ultimo, ho quindi sottolineato l’importanza dell’impegno non solo societario e organizzativo, ma anche e soprattutto individuale e associativo per promuovere la parità di genere, attraverso la condivisione di storie di successo personali o di casi di studio rilevanti e, non ultimo, attraverso la restituzione di strumenti di empowerment individuale come l’accesso all’istruzione, l’uguaglianza economica e l’autonomia digitale.
Mentre celebriamo l’8 marzo, ritengo che sia fondamentale non vedere questa giornata solo come un’occasione per riflettere sulle conquiste passate, ma come un richiamo all’azione per il presente e il futuro, prendendo atto con coscienza dei passi in avanti come pure delle sfide che ancora persistono.
Guardando al futuro, dobbiamo educare le generazioni successive sulla parità di genere, incoraggiare la diversità e coltivare un senso di responsabilità collettiva e impegnarci in maniera individuale, pubblica e aziendale affinchè il talento e le capacità siano riconosciuti indipendentemente dal genere.