La meta’ piu’ povera degli italiani maggiorenni vive con meno di 13 mila euro all’anno e detiene meno del 17% del reddito nazionale. Mentre l’1% piu’ ricco del Paese controlla circa il 12% del reddito nazionale, con un reddito medio di 310 mila euro all’anno. Ma, al contrario, l’1% piu’ ricco, in proporzione, paga meno tasse rispetto al restante 99% dei contribuenti. Sono alcuni dei risultati di uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Universita’ di Milano – Bicocca, pubblicato dalla rivista scientifica Journal of the European Economic Association.
In particolare, i 50 mila italiani che compongono lo 0,1% piu’ ricco del Paese detengono il 4,5% del reddito nazionale con entrate medie superiori al milione di euro annuo. Una cifra che, si calcola, potrebbe essere raggiunta dal 50% piu’ povero soltanto risparmiando l’intero reddito per 76 anni.
‘Guadagni ottenuti soprattutto da redditi finanziari e profitti societari. Solo una ridottissima parte dei redditi dei piu’ ricchi e’ ottenuta grazie ai redditi da lavoro dipendente’, sottolinea Elisa Palagi, ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna. Dall’altra parte, sono i lavoratori dipendenti, invece, a pagare piu’ imposte, seguiti dai lavoratori autonomi e i pensionati, mentre resta in fondo alla classifica chi percepisce soprattutto rendite finanziarie e da locazioni immobiliari.
Disuguaglianze cresciute negli anni. Secondo le stime elaborate da Scuola Sant’Anna e Universita’ Bicocca dal 2004 al 2015, mentre il reddito nazionale reale si riduceva del 15%, il 50% piu’ povero degli italiani subiva la maggiore perdita con un calo di circa il 30%. All’interno del 50% piu’ povero, ad essere piu’ colpiti sono giovani tra i 18 e i 35 anni, che hanno perso circa il 42% del loro reddito.
Penalizzate anche le donne: la disuguaglianza di genere risulta significativa per ogni classe di reddito e raggiunge valori estremi, in questo caso, proprio nell’1% piu’ ricco, dove le donne guadagnano circa la meta’ degli uomini.