In particolare, sul fronte concorrenza, le aziende tecnologiche dominanti che controllano questi input chiave dell’intelligenza artificiale o i mercati adiacenti potrebbero danneggiare i rivali con comportamenti anticoncorrenziali come il raggruppamento, il tying, la negoziazione esclusiva o l’autopreferenza. Gli operatori storici potrebbero anche utilizzare acquisizioni o partnership per facilitare tale condotta o per rafforzare ulteriormente le posizioni esistenti di potere di mercato o crearne di nuove’. In questa ottica, ‘il controllo sui dati e gli effetti di rete dei mercati dell’intelligenza artificiale potrebbero creare barriere all’ingresso e consentire la concentrazione o il dominio, limitando la capacità delle startup e dei nuovi entranti di competere. Poiché le aziende si affidano sempre più all’intelligenza artificiale per fissare i prezzi ai consumatori, esiste il rischio che tali strumenti possano facilitare la collusione o aumentare ingiustamente i prezzi’. Di fronte a questo, avvertono le autorità, riconosciamo e siamo pronti ad affrontare il rischio che lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale diventino dominati da pochi attori con il potere di mercato tale da impedire tutti i vantaggi competitivi della stessa.
Per questo, sono necessarie ulteriori discussioni tra noi sulle questioni di concorrenza e contendibilità sollevate da tali tecnologie e su come gli strumenti attuali e nuovi possano affrontarle adeguatamente. Inoltre, è importante condividere le nostre esperienze e intuizioni per comprendere e anticipare gli sviluppi futuri di prodotti e servizi che utilizzano le nuove tecnologie e il loro impatto sulla concorrenza e sull’innovazione.
L’appuntamento per il prossimo G7 Concorrenza sarà a Roma nel 2024, durante la presidenza italiana del G7 e uno dei focus – come indicato dall’Antitrust – sarà proprio sull’intelligenza artificiale.