Una proposta di legge presentata in Senato dal gruppo Pd (a prima firma Nicita, Basso, Meloni) cui segue analoga proposta alla Camera (a prima firma Ascani) propone l’istituzione di una legge annuale per il digitale, ricalcando l’idea della legge annuale per la concorrenza. La Legge Annuale per il Digitale, nelle intenzioni dei proponenti, è finalizzata a fotografare i progressi nell’adozione delle politiche, a individuare e rimuovere gli ostacoli tecnologici e regolatori all’accesso e al dispiego dell’innovazione digitale, a rafforzare tutele e garanzie per gli utenti dei servizi digitali e i lavoratori delle piattaforme, e ad aggiornare, ove necessario, il quadro normativo così da garantire l’accesso di imprese, utenti, consumatori e lavoratori ad un ecosistema digitale che ne tuteli i diritti e che diffonda equamente i suoi benefici. Ad arricchire il comparto tecnico e regolamentare della normativa annuale il disegno di legge istituisce il Comitato per lo Sviluppo Digitale e la Regolazione. Il comitato è costituito da un rappresentante ciascuno dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, dell’Autorità di regolazione dei trasporti, del Garante per la protezione dei dati personali, dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, dell’Agenzia per l’Italia digitale, chiamato poi a produrre una relazione annuale sullo stato dello sviluppo digitale del Paese e sugli ostacoli tecnologici e regolatori.
“La proposta di istituire un disegno di legge annuale che punta a snellire il processo di transizione digitale del nostro Paese è (ovviamente) un’iniziativa interessante e meritoria che risponde effettivamente ad una reale esigenza di semplificazione. Il tutto a patto però che questa legge annuale non faccia la stessa fine di quella sulla concorrenza, adottata ben poche volte rispetto alla sua istituzione, e che la sua introduzione contribuisca nella pratica a rendere il digitale più accessibile ed efficace” – commenta il presidente della Fondazione Italian Digital Hub Maurizio Pimpinella.
“A questo proposito – prosegue Pimpinella – sarebbe opportuno un maggiore coinvolgimento dei corpi intermedi e delle associazioni di categoria che detengono più di ogni altro il polso della situazione e conoscono pregi, difetti e potenzialità del sistema e delle imprese che lo compongono. Speriamo quindi che a questa proposta faccia seguito un processo di concertazione allargato che non ingolfi ma che arricchisca” – ha concluso