Questa mattina è stato promosso un seminario dal Centro Studi APSP, in collaborazione con Fondirigenti: il fondo interprofessionale più grande d’Italia per il finanziamento della formazione dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager su un tema di grande attualità ed importanza: Leadership femminile per il cambiamento: investire nella formazione delle donne per la competitività delle imprese.
Ne abbiamo parlato con
Marcello Ferraguzzi Presidente Commissione Finanza Agevolata presso ODCEC ROMA – centro studi APSP.
Massimo Sabatini – Direttore Generale Fondirigenti.
Federica Lapolla – Responsabile Avvisi Fondirigenti.
Pochi giorni fa, il 25 novembre, c’è stata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Numerose sono state le iniziative, le tavole rotonde e le manifestazioni di solidarietà e di protesta nel corso delle quali è stato messo in evidenza un grave problema che riguarda anche la nostra società.
Purtroppo, però, accanto alle violenze fisiche e psicologiche che molte donne subiscono quasi quotidianamente, ci sono anche le invisibili catene che frenano la formazione, l’acquisizione di nuove competenze, soprattutto digitali e scientifiche, e quindi la crescita, personale e collettiva.
Un danno strutturale che riguarda sia i singoli individui sia le imprese e tutto il sistema produttivo italiano che in questo modo perde di competitività non potendo avvalersi di potenziali e preziosi talenti.
I dati, in tal senso, sono eloquenti.
Secondo il World Economic Forum, l’Italia è 63/ma nella classifica internazionale per il divario di genere, dietro tutti i partner europei e ci vorranno decenni per recuperare: ai ritmi attuali, sempre secondo il Wef, il mondo ha bisogno di 132 anni per recuperare le differenze. Sempre ammesso che da qui in avanti si inizi a correre per eliminarle.
Questo dato poi, si inserisce in uno scenario certamente non roseo a livello generale per quanto riguarda le competenze. L’Italia è, infatti, al 24esimo posto nell’Unione Europea nella percentuale di persone con competenze digitali di base; è al 25esimo posto considerando i cittadini che interagiscono online con la P.A.; e si trova in 21° posizione nella classifica delle aziende con un sito web con funzionalità avanzate. Lo certifica il Rapporto 2022 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Fondazione IBM Italia e Fondazione Eni Enrico Mattei.
Parlando solo di donne, in Italia, una donna su due non ha competenze digitali, il 50%. A mancare alle donne italiane non sono solo le competenze ma anche l’emancipazione lavorativa e quella finanziaria: entrambi presupposti necessari ad innescare un meccanismo di riqualificazione virtuoso delle esperienze e delle capacità. C’è una scarsa rappresentanza femminile nelle discipline Stem (Scienze, tecnologie, ingegneria e matematica). In tutti i settori che saranno volano dell’economia del futuro e che nel web rappresentano la chiave per la sicurezza di tutti. In Europa, una specialista informatica su sei è donna e per l’Italia il numero è ancora più basso.
Vi sono circa 3,5 milioni di posti di lavoro attualmente vacanti che potrebbero essere riempiti da donne proattive ed ambiziose in virtù di un corretto percorso di formazione specialistica che fornisce loro la competenze adeguate. Competenze e formazione sono, tra l’altro, anche due dei principali canali evidenziati dal PNRR stesso per promuovere la ripresa dell’economia nazionale. Entrambi questi fattori sono da considerarsi come delle vere e proprie chiavi di volta – di valore generale anche se applicabili stavolta principalmente all’universo femminile – anche perchè maggiori competenze significa principalmente maggiore formazione ed è solo così che il futuro sarà a misura delle donne in ogni settore lavorativo a partire da quello dell’impresa.
I limiti cui abbiamo fatto cenno poco fa, zavorrano tanto le donne nel loro processo di crescita e di emancipazione quanto le imprese stesse che in questo modo sono costrette a rinunciare a importanti valori generali. Fondirigenti, quindi, anche attraverso questo seminario non ha voluto solo “squarciare il velo” , talvolta di indifferenza e talvolta di pigrizia, che spesso cala attorno a questi temi ma intende agire proattivamente al fine di individuare strumenti per il superamento di una condizione che, francamente, non più tollerabile.
A seguito dell’introduzione al seminario del Presidente A.P.S.P. Maurizio Pimpinella, la parola è passata al dott. Marcello Ferraguzzi, il quale ha affermato l’importanza di “Rafforzare le competenze per generare Valore, non solo economico, in linea con le tendenze internazionali, aiuta anche la competitività delle imprese. Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità sono i cardini dello sviluppo ma senza un modello “umanocentrico” non si genera un reale impatto di Valore. L’integrazione degli strumenti disponibili è una opportunità da cogliere.
Nel corso del suo intervento, il DG Sabatini ha precisato “la scelta di dedicare un Avviso esclusivamente alla formazione di donne manager, il primo di questo tipo per Fondirigenti, va a coprire un tema di grande attualità, a cui lo stesso PNRR dedica un’attenzione trasversale in tutte le missioni, oltre ad interventi mirati attraverso la Missione 5, dedicata, appunto, a inclusione e coesione. Con questa iniziativa intendiamo utilizzare appieno il ruolo della formazione come “fattore abilitante” delle politiche, rafforzando la capacità del Fondo di rispondere, dati alla mano, alla domanda di competenze che viene dalla società e dalle imprese, specie nelle realtà che ne hanno più bisogno”
L’Avviso 2/2022, quindi, di cui ci parlerà diffusamente la dottoressa Lapolla, può rivelarsi uno strumento di grande rilevanza proprio per posare una pietra miliare ed effettuare un primo passo verso una maggiore diffusione delle competenze tra le donne, a partire dai luoghi – come le PMI, che sono numericamente prevalenti sul nostro territorio – tradizionalmente anche un po’ meno propense in tale senso ma anche più affamate di competenze e di competitività.