Si è tenuta oggi la presentazione del Rapporto annuale dell’Uif, l’unità di informazioni finanziarie presso la Banca d’Italia, da parte del Direttore Claudio Clemente.
L’emergenza pandemica ha fatto sorgere nel corso del 2020 un nuovo filone di accertamento per l’Uif legato prevalentemente ad anomalie o reati funzionali all’approvvigionamenti dei presidi sanitari per contrastare il Covid-19. Lo ha sottolineato il Direttore dell’Unita’ di Informazione Finanziaria (Uif) Claudio Clemente nel rapporto annuale sull’attivita’ svolta nel 2020 secondo cui le segnalazioni correlate al contesto pandemico “sono state poco meno di 2.300 nel 2020 per 8,3 miliardi di euro, provenienti per la quasi totalita’ da intermediari bancari, alle quali si sono aggiunte quasi 1.800 segnalazioni per circa 1,9 miliardi di euro nei primi cinque mesi dell’anno in corso“.
L’interesse manifestato dagli Organi investigativi per queste segnalazioni e per le relative analisi e’ stato particolarmente elevato. Ancora scarse, invece, le comunicazioni delle PA nella quale occorre fare di piu’ per sfruttare le informazioni disponibili “in chiave antiriciclaggio, al fine di far emergere i tentativi di uso distorto delle risorse pubbliche”.
Secondo il direttore Clemente, “L’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica hanno enfatizzato le minacce a cui e’ particolarmente esposto il nostro Paese: criminalita’ organizzata, corruzione, evasione fiscale, acuite da un ricorso al contante che permane ancora elevato nonostante la contrazione rilevata nell’anno”. Lo scorso anno, ha detto Clemente, e’ proseguito “l’aumento delle segnalazioni di operazioni sospette, che hanno superato le 113 mila unita’ (+7% sul 2019), grazie soprattutto al maggior contributo degli operatori bancari e finanziari”. Nei primi cinque mesi di quest’anno, inoltre, la crescita “si e’ rafforzata in maniera molto significativa con un incremento delle segnalazioni di oltre il 30% rispetto all’analogo periodo del 2020”. Nel 2020, ha proseguito Clemente, si e’ registrato “un sensibile incremento delle segnalazioni potenzialmente riconducibili ad attivita’ della criminalita’ organizzata, pari a circa il 18% del flusso segnaletico complessivo. L’aumento riflette in larga misura l’accresciuta capacita’ dell’Unita’ di individuare operazioni riconducibili a tale fenomeno, grazie agli scambi informativi con la Dna e allo sviluppo di indicatori per l’individuazione di soggetti, operazioni e contesti a maggior rischio di infiltrazione”.
L’Uif ha inoltre condotta nel corso dell’anno “una mappatura delle imprese italiane che appaiono piu’ esposte a rischi di contatto con la criminalita’ organizzata” e “sta fornendo esiti promettenti lo sviluppo di un indicatore che consente di misurare statisticamente la somiglianza dei bilanci di imprese considerate sane con quelli di aziende risultate infiltrate dalla criminalita’ organizzata”. In questo settore l’Uif segnala come “la debolezza finanziaria di famiglie e imprese accresce il rischio di usura, anche come strumento per l’infiltrazione della criminalita’ organizzata nelle aziende”. In questo senso sarebbe opportuno che l’Unita’ “disponesse di adeguate fonti informative circa l’avvio e il trasferimento di attivita’ commerciali”. Un numero significativo di segnalazioni (circa un quinto del totale) ha continuato a riguardare violazioni della normativa fiscale, realizzate con il prevalente ricorso a consolidati schemi operativi caratterizzati da giri di fondi tra persone fisiche e giuridiche collegate, a possibili false fatturazioni, a utilizzi di rapporti personali per il transito di operativita’ di apparente natura commerciale, si legge nella relazione.
Nel corso del suo intervento, Clemente ha posto l’accento sulle possibili implicazioni del Pnrr, invitando a tenere alta la guardia. “In connessione all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si e’ accentuata la richiesta di una semplificazione della disciplina degli appalti pubblici per accelerare i tempi di aggiudicazione e di realizzazione e per ridurre i costi degli interventi. In questo ambito, il sistema antiriciclaggio puo’ offrire un supporto all’azione di contrasto senza ostacolare o rallentare il funzionamento del sistema”. Nel rapporto emerge la ferma intenzione di vigilare sulle possibili attività illecite relative al Pnrr ma per riuscire nell’intento il “presupposto e’ che le pubbliche amministrazioni siano anche poste in condizione di esercitare al meglio i propri compiti di prevenzione del riciclaggio, tra l’altro con la possibilita’ di acquisire informazioni sulla titolarita’ effettiva delle controparti private, superando le questioni interpretative concernenti tali aspetti”.
Nel 2020, il ricorso al contante per import rilevanti, “pur in diminuzione, resta elevato, con 41 milioni di operazioni per 215 miliardi di euro complessivi”. “I versamenti – ha aggiunto Clemente – rappresentano oltre il 90% delle operazioni e dell’importo. L’utilizzo del contante registrato nelle comunicazioni ha subito una drastica flessione in corrispondenza della prima fase della pandemia mostrando, a marzo e aprile del 2020, una diminuzione del 40,5% rispetto al bimestre precedente”. “La difficile tracciabilita’ – ha detto Clemente – rende il contante intrinsecamente esposto a rischi molto elevati di utilizzo a fini di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo”.
Non solo contanti, dal Rapporto sull’attività Uif emerge che il 2020 è stato un anno rilevante anche per le cripto attività. Nel 2020, si e’ registrato un considerevole aumento delle segnalazioni legate alle criptovalute, passate da circa 500 nel 2018 a oltre 1.800 nel 2020. Il direttore Clemente ha aggiunto anche che la Uif “da tempo ha richiamato l’attenzione dei soggetti obbligati sui rischi di utilizzo di tali strumenti per finalita’ di riciclaggio, ha reso disponibile un tracciato segnaletico specifico, ha costituito un apposito centro di competenza per l’analisi delle relative segnalazioni, ha effettuato alcuni accertamenti ispettivi su operatori nazionali del comparto e ha avviato l’acquisizione di evoluti strumenti di analisi della blockchain“.
Nonostante questi dati, è positiva la riduzione delle segnalazioni per terrorismo, anche se è necessario mantenere sempre alta la soglia dell’attenzione. Nel 2020 le segnalazioni relative al finanziamento del terrorismo sono diminuite di circa un terzo rispetto al 2019″. Su queste “appare aver influito anche la percezione di un minor rischio di attacchi, nelle forme che abbiamo da ultimo conosciuto, in presenza delle misure di distanziamento sociale e di controllo della mobilita’ nazionale e internazionale adottate per l’emergenza sanitaria”. In ogni caso, sottolinea Clemente, l’attenzione al fenomeno terroristico “non va comunque attenuata: le analisi della Uif confermano che l’Italia si configura come punto di partenza o transito di flussi finanziari collegati al terrorismo: i responsabili dei recenti attentati di Nizza e di Vienna hanno mostrato significative relazioni con il nostro Paese”.
Per il contrasto delle attività di riciclaggio, il direttore Clemente ha anche invocato la collaborazione degli operatori attivi nell’ambito delle carte di pagamento. “Appare sempre piu’ necessario sottoporre i circuiti delle carte di pagamento a forme di collaborazione con le autorita’ antiriciclaggio in quanto nodi presso cui sono centralizzate informazioni utili a fini di prevenzione, non sempre rintracciabili attraverso richieste rivolte a singoli intermediari finanziari”. Nel rapporto si sottolinea anche “il frequente utilizzo di carte di pagamento emesse da intermediari esteri, anche per realizzare in Italia prelievi frazionati di importo complessivamente significativo, in assenza di concrete possibilita’ di ottenere informazioni sulla relativa provvista“.