Secondo anticipazioni giornalistiche, infatti, il ministero dell’economia e l’Agenzia delle entrate avrebbero valutato positivamente la richiesta arrivata dalla consulta dei Caf e dai consulenti del lavoro di derogare per il 2021 (anno di imposta 2020) alla disposizione che lega l’utilizzo delle detrazioni fiscali in dichiarazione al pagamento tracciato, tramite quindi bonifico, assegno, carta di credito o di debito, ma non in contanti. Se confermata, tale notizia sarebbe porrebbe un freno (anche se momentaneo) ad alcune delle previsioni cashless stabilite con la legge di bilancio 2020.
Il congelamento della previsione potrebbe trovare la strada o di un emendamento al decreto Sostegni (41/21) in corso di conversione al Senato, o nel nuovo decreto Sostegni bis in fase di scrittura, con l’approvazione prevista ai primi di maggio, subito dopo il via libera al documento di economia e finanza e allo scostamento di bilancio ad esso collegato. La misura sulle detrazioni tracciabili, contenuta nella legge di Bilancio 2020 (articolo 1, comma 679), prevede l’obbligo, per usufruire degli oneri detraibili dell’articolo 15 del Tuir, di pagare le spese per medico, palestre per i figli, veterinario, solo attraverso mezzi di pagamento tracciabili e non in contanti. L’effetto denunciato da Giovanni Angileri, presidente della consulta dei Caf, con una lettera inviata al ministero dell’economia (così come documentato da ItaliaOggi del 2/4/21) è che molti contribuenti ignari della disposizione hanno continuato a pagare veterinario, palestra, spese mediche in contanti, sebbene dietro emissione di regolare fattura e ora, iniziando assieme ai Caf a raccogliere la documentazione per la stagione del modello 730 (che partirà dal 10 maggio) si stanno ritrovando con la brutta sorpresa di veder negato lo sconto fiscale. Domani, 14 aprile, è previsto il consiglio dei ministri che dovrà approvare il documento di economia e finanza e lo scostamento che, come indicato dal ministro del consiglio Mario Draghi supererà negli importi quello da 32 mld votato a gennaio. Si va, dunque, verso l’approvazione di una misura tra i 35 e i 40 mld di euro.