Le impressioni iniziali trovano ora conferma, il 2020 sarà un anno di svolta per i pagamenti digitali, favorito in questo anche dalla pandemia. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, in pieno lockdown e a ridosso dell’allentamento delle limitazioni personali, i pagamenti elettronici hanno avuto una sostanziale impennata. Lo rivela la diciottesima edizione dell’Osservatorio carte di credito e digital payments, curato da Assofin, Nomisma e Ipsos con il contributo di Crif.
La frequenza media di utilizzo delle carte è salita a 2,9 volte al mese rispetto alle 2,6 del 2019, ed è aumentata la quota di cosiddetti “heavy users”, cioè i fruitori abituali di questo sistema.
Le carte contactless, in particolare, garantiscono rapidità del pagamento e alti livelli di sicurezza igienico-sanitaria, invogliando anche le persone tradizionalmente scettiche a utilizzarle con regolarità. L’incremento della moneta elettronica è stato tangibile anche per quanto riguarda gli acquisti online, facendo guadagnare terreno all’Italia nei confronti dei principali competitor stranieri. Nei primi mesi dell’anno, infatti, il gap con gli altri Paesi, che pure persiste, si è ridotto in misura considerevole, e l’80% degli italiani ha fatto ricorso al commercio elettronico. Non solo online, tuttavia: la prima parte dell’anno in corso ha rivelato un maggiore utilizzo degli strumenti digitali anche per acquisti all’infuori del mondo di Internet, mostrando che il pagamento tramite carta sta sconfiggendo i tradizionali tabù e sta diventando sempre più un metodo comune di intendere la spesa di tutti i giorni. Dimostrazione di questo fatto è anche l’abbassamento dell’importo medio di spesa tramite carta sceso da 76 a 72 euro, segnale del fatto che ormai anche le piccole spese vengono sostenute senza fare ricorso al contante. Tutte queste tendenze, che ora trovano affermazione e rilanciano i processo di transizione verso una società cashless, avevano preso spunto già dal 2019 quando il numero dei pagamenti realizzati con strumenti diversi dal cash era aumentato del 7%, con una crescita del 3,6% del totale di carte in circolazione e un valore del transato che ha visto un incremento dell’11,3%.
Anche se già considerato l’anno della svolta, il 2020, sta ponendo ulteriori basi per l’incentivo dei pagamenti elettronici nel nostro Paese. La strada da percorrere è ancora ampia anche perché, come detto, il gap culturale e tecnologico è ancora lungi dall’essere compensato – basti pensare a paesi come la Svezia in cui il contante è rifiutato nei negozi – ma le premesse a nostra disposizione indicano che il meccanismo avviato in questi mesi potrebbe davvero portare ad un cambiamento radicale anche in uno dei paesi tradizionalmente più legati al contante, e se ciò avvenisse sarebbe una conquista epocale.