«Stiamo rendendo l’invio e la ricezione di denaro facile come condividere le foto», ha scritto Mark Zuckerberg su Facebook. Con queste parole il guru dei social network ha dato il via alla nuova era dei pagamenti tramite Whatsapp. Il primo paese al mondo a sperimentare la nuova funzionalità è il Brasile.
Da oggi il servizio di messaggistica di proprietà di Facebook metterà a disposizione degli utenti brasiliani un servizio di pagamenti e scambio di denaro. Saranno loro quindi i primi tester della nuova tecnologia. WhatsApp si appoggerà alla piattaforma di Facebook Pay. Come si legge sul blog di WhatsApp, in futuro le persone e le aziende potrebbero sfruttare questa tecnologia per effettuare pagamenti e scambi di denaro anche tra le diverse applicazioni dell’universo Facebook. La transazione di denaro avverrà senza eventuali commissioni per gli utenti privati mentre le aziende, spiega Menlo Park, pagheranno una fee di elaborazione per ricevere i pagamenti dai clienti. In misura simile a quella che già pagano quando accettano una transazione mediante carta di credito.
“Stiamo lavorando con le banche locali, tra cui Banco do Brasil, Nubank, Sicredi e Cielo, il principale processore di pagamenti per i commercianti in Brasile. Il Brasile è il primo Paese in cui stiamo estendendo ampiamente i pagamenti in WhatsApp. Ne arriveranno presto altri”, ha annunciato nel post. In un blogpost sul proprio sito ufficiale, Whatsapp precisa inoltre che il servizio di pagamento sarà gratuito per i consumatori (non richiederà quindi commissioni), ma le aziende pagheranno una tassa pari al 3,99 percento di ogni pagamento ricevuto. WhatsApp Pay funziona sia come metodo di pagamento fra un’azienda e un utente (dunque nella chat di un sito eCommerce che si affida a WhatsApp Business, ora il compratore può effettuare il pagamento senza dover uscire dall’applicazione), sia come metodo di scambio denaro fra persone.
Il nuovo sistema si propone – un po’ sullo spirito di Libra – di rendere il sistema di pagamenti inclusivo e permettere di agevolare l’ingresso di imprese e persone comuni nell’economia digitale.
Per quanto riguarda la sicurezza, invece, il sistema dovrebbe essere sufficientemente affidabile. Dal testo di lancio si apprende, infatti, «Abbiamo costruito questo servizio di pagamento pensando alla sicurezza e per evitare transazioni non autorizzate sarà necessario uno speciale PIN a sei cifre o un’impronta digitale o il riconoscimento del volto».
Se il progetto Libra non sembra essere tramontato del tutto, Facebook, come aveva dato già dimostrazione qualche mese fa, sembra aver avviato un approccio pragmatico indirizzato a percorrere anche una strada più facile per effettuare il proprio ingresso nel mercato dei pagamenti digitali.