Per digitalizzare gli italiani dobbiamo semplificare la loro vita. Non ritengo ci siano altre alternative a questo proposito. Pretendere che gli italiani si digitalizzano senza che abbiano a loro disposizione una PA e dei servizi adeguatamente digitalizzati e i cui dipendenti siano altrettanto preparati ad affrontare il cambiamento non è una soluzione percorribile.
Questo aspetto è particolarmente di attualità in queste settimane in cui siamo tutti tenuti ad uscire di casa solo per situazioni eccezionali e a ridurre al minimo i contatti con altre persone.
Recentemente, vari istituti di ricerca – tra cui l’OMS – hanno evidenziato la potenziale pericolosità per il contagio portata dalle monete e dalle banconote cartacee e Banca d’Italia, FED e governi asiatici hanno preso misure preventive a riguardo. Prendiamo quindi questa fattispecie come esempio e verifichiamone alcuni aspetti che ci coinvolgono direttamente.
L’Italia è un Paese in cui – nonostante i miglioramenti costanti – l’86% delle transazioni è effettuato ancora in contanti. Il pericolo della diffusione della pandemia tramite questi strumenti di pagamento rappresenta quindi un problema ancora rilevante.
In questo periodo, il pagamento delle pensioni in contanti, poi, aggiunge a questo anche la possibilità che, nonostante gli scaglioni, si formino pericolosi assembramenti di persone. Messe assieme, queste due evidenze creano delle condizioni potenzialmente esplosive per la salute di tutti noi.
Eppure, le procedure per digitalizzare questo come tanti altri passaggi sono ancora troppo complesse – lockdown a parte – aggiungendo un ulteriore limite a quello già enorme della mancanza di competenze che coinvolge gran parte dei percettori.
La strada, per digitalizzare gli italiani non può prescindere dalla semplificazione e dalla smaterializzazione delle pratiche. Inutile dire, digitalizziamo se poi per farlo dobbiamo ancora compilare (per poi scansionare) cataste di documenti cartacei che richiedono ancora timbri, vidimazioni e passaggi fisici di mano in mano.
L’incidenza dei materiali cartacei (non solo quindi delle banconote) in Italia è ancora troppo rilevante e ciò condiziona inevitabilmente tutti noi. Ancora oggi, ad esempio, ci sono documenti che non nascono digitali, ma, come ad esempio nei tribunali, sono fotocopiati e poi scannerizzati. Il governo si sta giustamente indirizzando verso la centralizzazione dei data center ma questo è uno strumento che dovrà essere ulteriormente ampliato e messo a disposizione di ogni cittadino in modo trasparente affinchè diventi un valore per lo Stato e un servizio per ciascuno di noi.
Senza semplificazione non potrà mai esserci efficienza con l’immediata perdita di opportunità ed investimenti sia pubblici sia privati che domani più che mai saranno ancora più importanti per il rilancio di un Paese martoriato dall’epidemia nel fisico ma che nello spirito conserva ancora il desiderio di emergere con forza.