di KP
In questi tormentati e convulsi giorni in cui siamo presi da allarmismi, disinformazione, paure e rimedi fai da te, ha destato piuttosto clamore il caso del prezzo dell’Amuchina (gel disinfettante per le mani), diventato ora un genere di prima necessità ricercatissimo, e il cui prezzo on line è balzato alle stelle.
La questione è diventata talmente centrale nel dibattito pubblico corrente da sollecitare più di un interesse da parte delle associazioni di consumatori e dell’antitrust. A seguito delle denunce di associazioni come ad esempio il Codacons, la Guardia di Finanza ha acquisito gli atti di Amazon e Ebay per verificare la liceità di questi aumenti, apparsi più rapidi e forzosi di quanto anche la grande richiesta possa soddisfare, portando qualcuno a parlare addirittura di sciacallaggio.
“Da un primo monitoraggio del Codacons sui principali portali di e-commerce emerge come i prezzi di alcuni prodotti legati all’emergenza Coronavirus raggiungano livelli astronomici – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Ad esempio il classico gel igienizzate dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene oggi venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un ricarico sul prezzo al pubblico del +650%. Ancora peggio per le mascherine protettive da viso, che prima del coronavirus erano vendute a meno di 10 centesimi di euro l’una, e oggi arrivano a costare su internet 1,8 euro, con un incremento di prezzo del +1700%”. D’altra parte, anche Nielsen ha rilevato volumi di vendite pazzeschi per i gel igienizzanti per le mani. La società di rilevazione prevede che entro fine febbraio saranno stati venduti un milione di pezzi, a fronte dei 900mila confezioni acquistare nelle prima settimane dell’anno. Di conseguenza, il giro d’affari generato da questo segmento è aumentato di 9 volte (+827%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
In ogni caso, è immaginabile che situazioni del genere si verifichino con una certa facilità in assenza di un intervento del regolatore centrale indirizzato a calmierare i prezzi dei beni per assicurarne l’accesso a tutta la popolazione.
Amazon da parte sua ha provveduto a rilasciare una nota in cui afferma chiaramente che “I partner di vendita stabiliscono i prezzi dei loro prodotti nel nostro store e abbiamo delle regole per aiutarli a definire tali prezzi in modo competitivo. Monitoriamo attivamente il nostro store e rimuoviamo le offerte che violano le nostre regole”. Sostanzialmente il prezzo viene stabilito in maniera automatica da un algoritmo sul quale Amazon afferma di avere praticamente nessuna influenza. Secondo quanto affermato, quindi, nella sua funzione di market place si limiterebbe semplicemente a dare spazio ai prodotti senza intervenire su altri passaggi.
Una versione dei fatti un po’ limitata che, probabilmente, porterà ad ulteriori indagini in merito per capire come realmente funziona l’algoritmo magico.