Fino a pochi anni fa, i servizi di pagamento erano offerti per lo più dal sistema bancario, oggi lo scenario è profondamente mutato. Grazie alla crescita tecnologica e all’apertura normativa avvenuta a seguito delle direttive PSD1 e PSD2, progressivamente, agli istituti bancari si sono affiancati quelli di pagamento e di moneta elettronica, di norma più leggeri nella struttura e innovativi nei modi. Il combinato disposto della componente normativa e di quella tecnologica ha quindi portato al moltiplicarsi degli attori in campo e alla conseguente moltiplicazione dei servizi resi a disposizione di clienti e utenti.
In Italia, il fintech è partito a rilento ma sta andando incontro ad una fase espansiva importante. La competizione in questo settore, infatti, si sta facendo sempre più serrata proprio in virtù dell’ingresso di nuovi operatori in passato del tutto estranei come quelli operanti nel settore delle utility, del automotive, del retail eccetera.
Il quadro che emerge dal recentissimo rapporto dell’Osservatorio fintech & insurtech del Politecnico di Milano è, come spesso accade, a tinte chiaro scure ma testimonia un movimento in netta crescita anche nel nostro Paese. Il report, infatti, evidenzia la presenza di ben 326 startup attive con una raccolta complessiva di 654 milioni di euro. Non siamo ancora di fronte a cifre formidabili ma a numeri che mostrano una presa di coscienza per i settori del fintech e dell’insurtech. Dai dati emerge che i servizi bancari (42%), di investimento (35%) e assicurativi (21%) sono tra i principali campi in cui operano le startup italiane. La crescita di questi settori, nel nostro Paese, viaggia parallelamente alla crescita dei servizi di pagamento. Tra il 2017 e il 2018, infatti, (dati dell’osservatorio del Politecnico di Milano), la quota dei new digital payment è cresciuta raggiungendo gli 80 miliardi di euro, circa un terzo dei 240 miliardi effettuati con carta e in crescita del 56% rispetto all’anno precedente. I pagamenti effettuati presso i punti tramite il cellulare (Mobile Proximity Payment), invece, crescono ancora di più, in maniera esponenziale (+650%) e raggiungono i 530 milioni di euro transati nel 2018, con oltre 15,6 milioni di operazioni effettuate.
Parallelamente alla crescita degli operatori e del mercato, il report del Politecnico sottolinea anche un progressivo aumento della conoscenza e dell’informazione da parte degli italiani. L’indagine, infatti, evidenzia che circa 12,7 milioni di italiani – tra i 18 e i 74 anni – utilizzano già un servizio digitale, in particolare, relativo al mondo dei pagamenti. Sembrerebbe, quindi, che si stia diffondendo una più ampia cultura dei pagamenti tecnologici anche a fronte di una perdurante circolazione di moneta contante (che il Cash Intensity Index 2019 quantifica in 205,7 miliardi di euro). Laddove permane carenza di conoscenza è nel mondo aziendale: il 36% delle pmi, infatti, non ha mai fatto uso di servizi digitali innovativi e non è chiaro se intenda avvalersene in tempi relativamente brevi.
E’ chiaro che l’intero sistema italiano per giungere ad un vero sviluppo e ad una crescita coerente e diffusa non possa procedere con un dislivello tale per cui a offerta di servizi innovativi non corrisponde una richiesta e viceversa.
Molte delle resistenze e dei limiti del nostro sistema finanziario risiedono in un tradizionalismo talvolta esasperato di matrice culturale più che tecnologica ed è per questo, come proposto oggi sul Sole 24ore, che una soluzione potrebbe essere l’istituzione di una sandbox per le startup, riprendendo un po’ il modello di successo già utilizzato nel Regno Unito. Nonostante secondo il report la sandbox sia una scelta condivisa solo dal 44% delle startup fintech, è prevedibile che i benefici di un ambiente protetto per la crescita e lo sviluppo delle idee innovative possa essere di giovamento per l’intero ecosistema digitale. Così facendo, si potrebbe accrescere il livello competitivo tra le imprese ma anche del conseguente hub nazionale nei confronti dell’estero e rendere l’Italia uno dei paesi all’avanguardia in materia regolamentare e tecnologica.