di Nicola Vanin
Linkedin è un social network di proprietà di Microsoft ma, in realtà, è qualcosa di più: è un luogo di condivisione di contenuti, di incontro tra persone che permette lo scambio di domanda e offerta di lavoro. Sempre più professionisti lo usano per creare o allargare la propria rete di contatti entrando in contatto con nuove realtà che possono aprire loro altrettante possibilità di business.
Ma qual è lo stato di salute di questa piattaforma in continua ascesa?
Il primo Transparency report rilasciato dalla società di proprietà di Microsoft ha rivelato che 19,5 milioni di account fake sono stati rilevati automaticamente al momento della loro creazione dai sistemi di intelligenza artificiale AI e abbattuti, con altri 2 milioni “restricted” dopo essere stati creati.
Il report ha anche evidenziato il più grande aumento di sempre delle richieste da parte dei Governi per i dati degli utenti di LinkedIn, passati da 247 nel precedente periodo di riferimento a un massimo record di 362.
Inoltre, sono stati rimossi 16.626 autori di una qualche forma di molestia ed eliminato 11.019 istanze “per adulti”.
A conclusione, è necessario sottolineare il fatto che in LinkedIn vige una radicata cultura fondata sull’autopromozione, in cui gli utenti spesso lanciano informazioni personali e, soprattutto, aziendali non richiesti. Ciò contribuisce a fornire un ambiente accogliente per la cyber criminalità. Tutti aspetti su cui si dovrebbe riflettere ed intervenire.