di Riccardo Porta
É stato scritto molto su che cosa sia il metaverso e di come rappresenti l’evoluzione di internet per come lo conosciamo. Con il rebranding di Facebook (ora Meta), il metaverso è andato in hype e tante organizzazioni si stanno chiedendo che cosa debbano fare (suggerimento: digitalizzatevi, si parte da lì).
La promessa del metaverso è quella di fornire una esperienza di realtà aumentata che potrebbe superare la realtà fisica in cui viviamo.
Che cosa significa per il mondo dei pagamenti digitali?
Che cosa vuol dire per le banche?
Le domande sono lecite perché anche nel “mondo virtuale” ci saranno scambi di informazioni e denaro e, a Dio piacendo, non si potranno utilizzare contanti e assegni.
Entreranno in gioco la blockchain e le criptovalute.
La tecnologia blockchain ha la sicurezza per essere in grado di alimentare i pagamenti peer to peer (tra privati, tra aziende) e scalare in tutti i mezzi di pagamento digitali. Non solo consente la conferma istantanea del pagamento e delle informazioni ma fornisce anche un elevato livello di sicurezza e può essere adottata rapidamente su larga scala.
I pagamenti nel metaverso saranno quindi legati a un wallet di pagamento su blockchain senza intermediari finanziari? Sarebbe la naturale evoluzione del processo inarrestabile di digitalizzazione.
Banche e governi entreranno a gamba tesa per combattere il metaverso? La regolamentazione si metterà di traverso al metaverso?
Il punto è: siamo pronti? Quanta parte della popolazione sarebbe in grado di “entrare nel metaverso” e di utilizzare i suoi strumenti finanziari e non?