di Fabrizio Vedana
Gestione del processo di segnalazione delle operazioni sospette e delle black list migliorabile, assenza di cruscotti operativi per il monitoraggio delle operazioni ma buona attenzione ai sistemi di rilevazione delle adeguate verifiche in scadenza.
Sono alcune delle evidenze che emergono dall’indagine condotta nel periodo maggio-luglio 2021 dal centro studi dell’ associazione prestazione servizi di pagamento ed illustrata ieri nel corso del webinar sulla normativa antiriciclaggio applicabile agli istituti di pagamento.
Gli istituti di pagamento, così come quelli di moneta elettronica, rientrano tra i soggetti obbligati ad osservare la normativa antiriciclaggio e ad essi si applicano anche le disposizioni dettate dalla banca d’Italia in materia di organizzazione, procedure e controlli e di adeguata verifica della clientela.
Nonostante risultino più che raddoppiate le segnalazioni di operazioni sospette inviate dalla categoria nel corso del primo semestre del 2021 rispetto a quelle trasmesse all’unità di informazione finanziaria di banca d’Italia nel medesimo periodo del precedente anno, l’indagine mette in evidenza ampi margini di miglioramento nella gestione del rischio di riciclaggio.
Oltre a quanto già rilevato sopra dall’indagine emerge con frequenza l’assenza, presso i citati istituti, di procedure automatiche per l’alimentazione delle informazioni sull’adeguata verifica della clientela; non pare essere conosciuto l’obbligo di effettuare un’attività di autovalutazione del rischio riciclaggio e quello di avere un regolamento organizzativo della funzione antiriciclaggio.
L’utilizzo di firma grafometrica e altri sistemi di identificazione digitali appaiono essere ancora poco diffusi così come la gestione della sicurezza attraverso processi di autenticazione dei clienti di tipo single sign-on.
L’indagine, sebbene riferita ad un campione (comunque rappresentativo) di istituti di pagamento e di moneta elettronica, mette in chiara evidenza la necessità di incrementare ulteriormente l’attenzione e le risorse, organizzative ed informatiche, che nei prossimi anni dovranno essere destinate a rafforzare i presidi antiriciclaggio.