Di Francesca Rossetti
Vincenzo Morabito è uno dei massimi esperti italiani nel campo del digitale ed oggi approfondiamo con lui alcuni aspetti di questo straordinario mondo.
Chi è Vincenzo Morabito e come nasce l’interesse nel mondo del digitale?
Oggi sono professore di Organizzazione Aziendale presso il Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Universita’ Bocconi dove insegno nei corsi di Management dei Sistemi Informativi. La mia passione per il digitale pero’ nasce tanti anni fa, nel periodo in cui a Boston negli Usa sono stato Research Scholar sia al MIT Sloan School of Management nell’ambito del “Center of Information Science Department” e poi presso il “Decision Information Science Department” dell’Università della Florida.
Nei primissimi anni 2000 escono le mie prime pubblicazioni accademiche, proprio su due argomenti che, di fatto, rappresentano oggi i due elementi digitali più dirompenti per il business e per la vita sociale: l’avvento della rete Internet e di sistemi Informativi integrati orientati all’automazione dei processi di business delle imprese(sistemi ERP o Enterprise Resource Planning).
Da allora non mi sono più fermato ed ho creato una ricca e preziosa rete di contatti con colleghi universitari di tutto il mondo con cui ho svolto una intensa attivita’ di ricerca scientifica orientata a comprendere la portata innovativa e l’impatto di business delle principali novità digitali. Il risultato è culminato con la pubblicazione di decine di lavori scientifici sulle principali riviste e libri con i principali editori nel mondo. Il risultato è stato quello di raggiungere oggi un un H-index pari a 19 ed un i10-index pari a 34 (si tratta di due indici verificabili su Google Scholar che misurano la notorietà e rilevanza scientifica delle pubblicazioni di autori accademici).
Imprenditoria e digitale nell’ultimo libro
La pubblicazione del 2021, Digital Entrepreneurship è soltanto l’ultima delle mie tante dedicate al tema dell’imprenditoria digitale, con una vista a 360° sugli aspetti organizzativi e manageriali, le competenze, gli strumenti.
Questo libro discute e presenta le principali sfide e tendenze legate all’imprenditorialità digitale ad un pubblico di manager e studiosi. Si propone di fornire un’ indagine sia sulla pratica manageriale che sull’attuale lavoro scientifico sulla trasformazione digitale, considerando le questioni chiave per la strategia e la gestione, nonché il ruolo della tecnologia nello sviluppo delle innovazioni.
Con il mio ultimo libro intendo proseguire la missione dei miei precedenti lavori, cioè fornire sia una pragmatica “cassetta degli attrezzi”, sia spunti di riflessione originali sull’argomento. Perciò anche qui ogni tematica sarà analizzata nei suoi aspetti tecnici e gestionali, tramite il supporto di casi studio, esempi e modelli teorici di riferimento.
Il libro si sviluppa lungo tre assi principali, il primo asse (Parte I), le questioni di strategia e gestione interessanti per l’imprenditoria digitale; il secondo asse (Parte II), il ruolo della tecnologia, concentrandosi sui principali modelli di sistemi informativi aziendali interessanti per imprenditori e imprese digitali; e, infine il terzo asse(Parte III), una raccolta delle sfide e sviluppo dell’imprenditorialità digitale in tre settori chiave (fintech, manifatturiero e fashion), attraverso la presentazione e revisione di casi di studio.
La scelta della lingua inglese al posto dell’italiano
Ritengo che la lingua inglese sia la lingua digitale per eccellenza, molti concetti, molti termini sono quasi intraducibili in italiano se non con complesse e verbose costruzioni. L’inglese è immediato e semplice, oltre che assolutamente comprensibile ovunque. Una delle importanti trasformazioni del digitale è proprio legata all’abbattimento dei confini geografici: le communities digitali sono nomadi e disperse, parlano inglese, come lingua nativa.
Giovani e innovazione
Appartengo a quella che nel linguaggio del marketing digitale si chiama oggi generazione dei Boomers: ho cresciuto da genitore i Millennials, le mie due figlie, che rappresentano il ponte tra il mondo predigitale ed il mondo digitale e oggi incontro nelle aule universitarie addirittura la Generazione Z, quella dei nativi digitali che vivono soltanto sui social media.
Credo che i giovani siano cruciali nella sfida dell’ innovazione. Le loro idee ed il loro talento è fondamentale nei processi di innovazione, processi che richiedono prospettive diverse da quelle tradizionali ed orientamento digitale nativo.
Serve investire nei giovani. Serve ascoltare e facilitare il loro percorso di crescita per accelerare la crescita economica orientandola al digitale ed alla sostenibilità. Serve cavalcare la freschezza delle idee dei giovani integrandola anche con la capacità della classe imprenditoriale italiana ed internazionale, creando un “ponte” per fertilizzare l’innovazione e lo sviluppo digitale e sostenibile.
I giovani per me sono linfa vitale e presenza costante, proprio con i giovani e per i giovani io vivo e lavoro.
Come acquisire mentalità digitale
Oggi un termine è sulla bocca di tutti: il termine anglosassone “mindset”. Con questo concetto si intende l’insieme di credenze, valori, cultura, attitudini e propensioni che caratterizzano ognuno di noi. In parte si ha alla nascita, in parte si modella con le esperienze. Un mindset aperto e flessibile accetta volentieri il cambiamento, ne è incuriosito, lo trasforma in opportunità. È quello più adatto al digitale, al suo dinamismo, alla sua incertezza. Si adatta e si trasforma, come l’acqua. Questo mindset è quello che dovrebbero avere tutti oggi, quello che dovrebbe prevalere nelle aziende, nella vita sociale, nella politica, nell’imprenditoria. Ma non è facile averlo, si può esercitare però, ci si può provare. Ecco perché una delle sfide più importanti e difficili oggi è proprio quella di evolvere la cultura prevalente, rendere le persone più pronte ad accogliere un cambiamento continuo, quello che caratterizza il digitale. Serve investire in formazione, in aggiornamenti; serve essere curiosi ed aperti a nuove prospettive.
Ed ecco perché nel mio ruolo di professore e ricercatore ho pensato di essere utile allo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese contribuendo a colmare i bisogni di formazione, aggiornamento ed ampliamento delle prospettive con la mia ultima pubblicazione che in maniera rispettosa e propositiva aiuta a capire la strada da percorrere e la meta da raggiungere per trasformarsi completamente in digitale.