Intervenuto al 66esimo convegno di studi amministrativi, il ministro per la transizione digitale Vittorio Colao ha indirizzato un importante messaggio agli esperti di diritto amministrativo relativo all’innovazione nella pubblica amministrazione, spesso considerata come il vero freno allo sviluppo dell’Italia. Questa e’ una grande opportunita’ di innescare il miglioramento concreto e duraturo della performance della Pubblica amministrazione. Spesso si dice che il Pnrr ci da’ la possibilita’ di derogare temporaneamente ad alcune norme, va bene perche’ per realizzare nei tempi si deve fare anche questo, ma non sprechiamo questa opportunita’ di innovare e ammodernare con l’obiettivo finale di avvicinare la Pa ai cittadini e i cittadini allo Stato. E’ una sfida di tutte le civilta’ e democrazie e ora la possiamo affrontare e date le condizioni straordinarie anche vincerla’. Gli esperti di diritto amministrativo sono stati invitati ad ‘aiutate l’Italia a disegnare processi amministrativi sul digitale, anziche’ chiedere agli esperti di mettere il digitale su un sistema esistente. Il grande cambiamento avviene mettendo insieme il meglio dei due mondi, amministrativo e digitale’. Il Ministro Colao ha poi proseguito: “come in tutte le digitalizzazioni, quando si parla di Pa digitale non basta attaccare la parola digitale all’esistente per aver fatto la trasformazione. Non basta dire che il formato digitale per se’ garantisce efficienza e performance’, ha sottolineato Colao, spiegando che per una vera digitalizzazione della Pa bisogna cambiare i processi e ripensare molte norme in chiave digitale. Con il Pnrr, ha continuato il ministro, ‘che non e’ solo una serie di progetti ma una visione di un Paese diverso’, oggi ‘c’e’ la grande opportunita’ di avere al tempo stesso una amministrazione sana e integra e allo stesso tempo potente grazie alla trasformazione tecnologia digitale’. Per raggiungere il risultato, ha continuato Colao, ci sono alcune condizioni: ‘La prima e’ banale: abolire la carta. Che non e’ solo abolire la carta, bisogna rendere il digitale obbligatorio come prerequisito nelle interazioni amministrative. Qualunque cosa si guardi, una multa, un provvedimento, una richiesta di permesso, si capisce che e’ figlio di norme sovrapposte magari digitalizzate formalmente ma che non sono native digitali. Noi abbiamo bisogno di iniziare a disegnare le regole per essere nativamente digitali, per trasformare l’interazione con il cittadino in qualcosa di semplice’. Oltre a questo, bisogna ‘ridurre il numero delle norme di tutela ex ante ma potenziare gli enti di controllo con forti strumenti di tecnologia per controlli ex post’. Come ha spiegato il ministro, ‘tutte le regole possono essere messe a sistema. Un programma puo’ contenere tutte le norme, puo’ essere filtrato, verificato… Si potra’ a minor costo e migliore efficacia avere un sistema esperto che verifica anomalie di forma e di sostanza molto piu’ velocemente di legioni di funzionari, la cui competenza potrebbe essere messa altrove’ e quindi ‘bisogna formare degli esperti giuridici informatici, che ci permettano di originare la norma, la legge in maniera coerente. Poi dobbiamo potenziare i mezzi tecnologiche a disposizione delle autorita’ di controllo’. Un’altra condizione, ha proseguito il ministro, e’ ‘ripensare il ruolo e le mansioni dei funzionari. Bisogna fare piu’ formazione ma c’e’ anche un cambio di paradigma: la responsabilita’ dell’individuo in un sistema automatizzato va piu’ sulla capacita’ e la conoscenza del software (cosa puo’ fare l’applicativo per trovare l’anomalia) e sull’evidenza che ne emergono piu’ che sulla procedura amministrativa’.
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