di Riccardo Porta
L’Italia scala la classifica dei Paesi del G7 per quanto riguarda la trasformazione digitale. Nel giro di un anno, secondo al Digital Riser Report 2021 di Berlino, è passata dall’ultimo posto dell’anno scorso, al secondo di quest’anno. E anche a livello di G20 non siamo messi poi così male.
Come abbiamo fatto a scalare la classifica?
Determinanti sono stati:
– Repubblica Digitale: l’iniziativa strategica nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri con l’obiettivo di combattere il divario digitale di carattere culturale presente nella popolazione italiana, per sostenere la massima inclusione digitale e favorire l’educazione sulle tecnologie del futuro, accompagnando il processo di trasformazione digitale del Paese.
– L’Italian Startup Act (ISA): insieme di norme a sostegno delle startup.
– Gli Investimenti:
Nel 2019 il Fondo Nazionale Innovazione (FNI) parte con una dotazione finanziaria di circa 1 miliardo di euro con l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione.
Sempre nel 2019 vengono stanziati dalla legge di Bilancio 45 milioni a favore delle tecnologie e applicazioni di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things.
Nel 2020, a sostegno delle sfide rappresentate dalla pandemia, il governo firma il “Cura Italia”: 85 milioni di euro alle scuole per la didattica a distanza e l’e-learning.
Forse questa classifica lascia il tempo che trova ma proviamo, per una volta, a non trovare più scuse a non lamentarci e a fare il massimo.
Oh, siamo in testa a Germania e Francia! E quando ci ricapita!