A partire dal 6 agosto, il dibattuto Green pass diventerà la chiave d’accesso a molti luoghi pubblici della quotidianità di ognuno di noi, come ristoranti, palestre e piscine, musei, fiere e congressi, stadi e altri. Per disciplinare ulteriormente gli accessi, il Governo ha deciso di introdurre un’applicazione mobile che verifichi l’autenticità e la validità delle Certificazioni verdi Covid-19, chiamata Verifica C19 e rilasciata dal Ministero della Salute.
Chi è deputato a verificare il green pass?
Il Dpcm del 17 giugno dà il potere di verificare i documenti dei possessori di Green pass alle seguenti categorie:
– i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni;
il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’elenco di cui all’articolo 3, comma 8, della legge 15 luglio 2009, n. 94;
– i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati;
– il proprietari o i legittimi detentori di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati;
– i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati.
Ma come funziona il processo di validazione dei certificati? Innanzitutto occorre precisare che l’app VerificaC19 può essere utilizzata solo dai soggetti “verificatori”, ovvero coloro i quali sono deputati al controllo dei green pass all’ingresso dei luoghi per il cui accesso è obbligatorio, oltre ai pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni.
Per verificare l’autenticità e la validità delle certificazioni verdi Covid-19 (sia quelle rilasciate in Italia, sia quelle degli altri Stati Membri dell’UE), l’operatore dovrà inquadrare il QR Code del pass su carta stampata o in digitale utilizzando l’app: nel caso in cui il Green pass fosse valido (autentico e in corso), comparirà una spunta verde con nome, cognome e data di nascita della persona interessata. Questi dovranno essere confermati da un documento d’identità esibito dal proprietario contestualmente.
Nel caso in cui la certificazione non fosse valida perché scaduta o falsa, comparirà una X di colore rosso, mentre se fosse valida ma scaduta, oltre al divieto, saranno mostrati anche i dati anagrafici del proprietario. L’app è ovviamente gratuita e per funzionare necessita di una connessione ad internet.
Riepilogando le diverse durate delle certificazioni, ricordiamo che:
- Per la vaccinazione a ciclo completato, il pass è valido 270 giorni (9 mesi) dalla data dell’ultima somministrazione;
- Per la vaccinazione dopo la prima dose (di un vaccino a più dosi e nel caso in cui la persona non abbia contratto in precedenza il virus), il pass viene emesso dopo 14 giorni dalla somministrazione ed è valido fino al tempo massimo previsto per la dose successiva;
- Per il test molecolare o antigenico rapido, la certificazione ha una durata di 48 ore;
- In caso di guarigione, il pass è valido 180 giorni (6 mesi) dalla data di primo tampone positivo;
Le sanzioni
Per i trasgressori – sia clienti, sia verificatori – sono previste multe che oscillano dai 400 ai 1000 euro.
Non è tutto oro quello che luccica
Per prima cosa, ci troviamo di fronte all’ennesima app che va a sommarsi alle più recenti (per non parlare magri di altre) Immuni ed IO che, evidentemente, non erano utilizzabili per mancanza di versatilità anche a questo scopo. Diciamo che se il questa è l’applicazione che viene fatta degli strumenti digitali (che dovrebbero semplificare) qualche dubbio può sorgere.
Diversi utenti segnalano inoltre che l’app non funziona correttamente perché considera non validi Green pass che invece lo sono. Altri indicano che alcune certificazioni risultano valide a intermittenza, altri ancora lamentano il mancato funzionamento di VerificaC19, anche dopo aver spento e riavviato il telefono, disinstallato e installato nuovamente l’app.
Nodo privacy
Secondo quanto stabilito dal nuovo decreto, “i titolari o i gestori dei servizi e delle attività” per le quali serve il certificato siano “tenuti a verificare che l’accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni“.
Pertanto ciò autorizzerebbe i proprietari di attività e gli esercenti al controllo sulle certificazioni sanitarie presentate dai clienti. Ma lo strumento di controllo è in attesa di un Dpcm che regoli le modalità per trattare i certificati, assicurando il rispetto della privacy degli utenti.
Il controllo dei documenti di riconoscimento e di un’informazione sanitaria riguardante il soggetto in questione dovrà essere eseguito nella tutela dei dati personali.
Il Garante Privacy sarà perciò chiamato a definire le “specifiche tecniche per trattare in modalità digitale le certificazioni, al fine di consentirne la verifica digitale e assicurando allo stesso tempo la protezione dei dati personali in esse contenuti“.
Nel frattempo, c’è già chi non si sta facendo scappare l’opportunità di guadagno e su Amazon sono già stati messi in vendita i porta green pass trasparenti. Mentre da noi sarà oggetto di discussione e di un successivo provvedimento normativo, in Francia l’obbligo di pass sanitario per i trasporti di lunga distanza entrera’ in vigore ‘tra il 7 e il 10 agosto’, una volta che sara’ promulgato il testo della relativa legge.