La crisi del Covid-19, con le restrizioni ai movimenti che ha comportato, ha fatto crescere l’e-commerce nel 2020, portandolo al 19%, dal 16% del 2019, sul totale delle vendite al dettaglio. E’ quanto stima un rapporto dell’Unctad, il ‘braccio’ dell’Onu per il commercio e gli investimenti sulla base delle prime stime per il 2020, dopo che il settore sulla base dei dati definitivi ha segnato una crescita del 4% nel 2019 a un totale di 26.700 miliardi di dollari, pari al 30% del Pil mondiale. Il Paese che ha segnato il maggiore incremento delle vendite online rispetto al retail totale lo scorso anno e’ stata la Corea del Sud, che ha visto passare la loro quota dal 20,8% del 2019 al 25,9% del 2020. Nel Regno Unito lo shopping digitale e’ salito al 23,3% delle vendite complessive dal 15,8% e in Cina e’ passato al 24,9% dal 20,7%. La pandemia ha per altro avuto effetti contrastanti sulle societa’ di e-commerce, dovuti all’impatto della crisi sui singoli settori. Ad esempio, le piattaforme specializzate nei viaggi e nel turismo hanno accusato una netta contrazione del loro volume d’affari, come e’ avvenuto per Expedia, passata dal quinto all’11esimo posto della graduatoria dei maggiori player dell’e-commerce, con un calo dei ricavi del 66% a 37 miliardi, per Booking Holdings (-63% a 35 miliardi, dal sesto al 12esimo posto) e per Airbnb (-37% a 24 miliardi, dall’11esimo al 13esimo). Nonostante questo, il volume complessivo di vendite delle prime 13 societa’ di e-commerce e’ aumentato del 20,5% nel 2020 a 2.890 miliardi, dopo il +17,9% del 2019, registrando un’ascesa soprattutto per la statunitense Walmart (+72,4% a 64 miliardi di dollari dai 37 miliardi del 2019) e la canadese Shopify (+95,6% a 120 miliardi, dal nono al quinto posto globale). Al vertice della graduatoria resta la cinese Alibaba con 1.145 miliardi (+20%), davanti ad Amazon con 575 miliardi (+38%) e alle altre due societa’ cinesi JD.com (379 mld, +25,4%) e Pinduoduo (242 mld, +65,9%). A dominare il settore sono per altro le vendite B2B (21.800 miliardi di dollari), che includono sia le vendite su piattaforme online che le transazioni di scambio di dati elettronici e a dominare restano gli Usa con 8.319 miliardi. Sulla base dei dati definitivi del 2019, il Paese con il maggiore fatturato dalle vendite online sono sempre di gran lunga gli Usa con 9.580 miliardi di dollari, pari al 45% del Pil del Paese, seguiti dal Giappone (3.416 mld, 67% del Pil) e alla Cina (2.604 mld, 18%). Seguono la Corea del Sud con 1.302 mld (79% del Pil), il Regno Unito (885 mld, 31%), la Francia (785 mld, 29%), la Germania (524 mld, 14% e, all’ottavo posto, l’Italia con 431 miliardi, pari al 22% del Pil. Il ‘top 10’ include poi l’Australia (347 mld, 25% del Pil) e la Spagna (344 mld, 25%).
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