Uber alla fine si adegua e, in conformità con quanto stabilito dalla Corte Suprema britannica, riconoscerà come dipendenti tutti i suoi autisti nel Regno Unito, si tratta di circa 70 mila persone. I lavoratori avranno diritto a riscuotere il salario minimo, così come le vacanze pagate e, se soddisfano i requisiti, una pensioneIn una dichiarazione depositata presso la Us Securities and Exchange Commission (Sec), la multinazionale ha annunciato che, a partire dal 17 marzo, gli autisti privati che utilizzano la sua piattaforma Mobility nel Regno Unito «saranno trattati come lavoratori», specificando che i lavoratori non sono dipendenti secondo il diritto del lavoro britannico, quindi rimangono lavoratori autonomi ai fini fiscali. L’azienda ha indicato che il 99% degli autisti del Regno Unito guadagnano più del salario minimo, con un reddito medio, dopo le spese, di circa 17 sterline all’ora a Londra e 14 sterline all’ora nel resto del Regno Unito. La sentenza ha anche sottolineato che Uber esercita un controllo significativo sul modo in cui gli autisti forniscono i loro servizi, compreso l’uso di un sistema di valutazione in cui ai passeggeri viene chiesto di valutare il conducente. Così, l’Alta Corte ha concluso che il servizio di trasporto eseguito dagli autisti e offerto ai passeggeri attraverso l’app è strettamente definito e controllato da Uber e gli autisti sono in una posizione «di subordinazione e dipendenza» in relazione alla società, aggiungendo che, in pratica, l’unico modo in cui possono aumentare il loro reddito è lavorare più ore e soddisfare costantemente le metriche di rendimento di Uber.
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