L’attuale crisi di governo potrebbe portare in dote l’abrogazione del cashback, parte fondamentale della strategia cashless avviata da oltre un anno dal governo giallo rosso. Secondo le ricostruzioni fatte, tra gli altri, dal Corriere della Sera sarebbero al vaglio tre ipotesi di modifica sostanziale della misura che restituisce il 10% delle spese effettuate tramite moneta elettronica.
L’ipotesi è stata ventilata a seguito di un tweet dell’ex sottosegretario al Tesoro Zanetti. Ebbene, l’ipotesi che circola in queste ore è quella di un possibile emendamento al Milleproroghe finalizzato a trasferire i fondi del cashback al decreto ristori. A quanto risulta, il testo non sarebbe stato ancora presentato, ma per questo c’è tempo fino a giovedì 28 alle ore 12.
La prima ipotesi di modifica del sistema del cashback prevede l’azzeramento retroattivo, anche se impossibile da realizzare poiché significherebbe azzerare del tutto i rimborsi previsti nel primo semestre di quest’anno.
Seconda ipotesi, più probabile, l’azzeramento in corsa indicando a tal proposito una data (fine febbraio, fine marzo?) oltre la quale gli acquisiti con moneta elettronica non farebbero più accumulare rimborsi.
La terza ipotesi, la meno complicata, prevede che per l° semestre in corso, che va gennaio a giugno non cambi nulla per cui rimarrebbe possibile accumulare rimborsi fino alla fine di giugno, incassando il 10% della spesa con il tetto dei 150 euro. Tutto come previsto. Ma a giugno il cashback finirebbe definitivamente.