Di Francesca Rossetti
Oggi parliamo di 5G con Michele Bonfiglioli – Amministratore Delegato di Bonfiglioli Consulting che assieme ad Umberto Mirani ha da poco pubblicato il libro “Lean Digital – La via italiana alla fabbrica del 5G”
Come nasce “Lean Digital – La via italiana alla fabbrica 5G”?
Il libro nasce idealmente oltre vent’anni fa, quando mio padre (Romano Bonfiglioli) scrisse il primo libro sul Lean Thinking. Allora l’Italia era una potenza economica e lui aveva provato a ragionare su quali potessero essere le leve competitive in mano alle aziende per affrontare le sfide del nuovo millennio, e il Lean Thinking sembrava una di queste. Oggi la rivoluzione digitale è una grande opportunità per le aziende che sapranno cogliere il massimo dalle tecnologie abilitanti, arrivate oggi nella maggior parte dei casi a un rassicurante livello di maturità e affidabilità.
Come si stanno evolvendo le tecnologie digitali e come avverrà l’applicazione della Lean all’industria 4.0?
Prima che in ambito industriale, lo sviluppo delle tecnologie digitali è avvenuto in ambito consumer. Questo ci ha fatto capire che la loro applicazione su larga scala industriale deve passareattraverso la semplificazione e la realizzazione di interfacce e design sempre più friendly. Questo percorso si scontra però con le dinamiche tecnologiche e culturali della maggior parte delle aziende che si basano ancora su un modello organizzativo gerarchico, con regole ferree e spesso dannose. È quindi necessario un cambio di visione: comprendere che grazie alle tecnologie le persone potranno lasciare daparte le attività ripetitive per dedicarsi ai miglioramenti di processo e del prodotto e sviluppare le loro potenzialità attraverso un’attività di formazione continua, che possa rinnovarne costantemente le competenze. Ma senza questo passaggio culturale l’applicazione della Lean all’industria 4.0 non sarà possibile.
Quali sono i maggiori trend che hanno cambiato il panorama mondiale negli ultimi 20 anni?
La prima è stata l’entrata dell’Italia nell’area euro. L’adesione alla moneta unica era qualcosa di inevitabile per un paese fondatore con un’economia strettamente legata a quella degli altri paesi membri. Purtroppo ci siamo smarcati da certi sacrifici che avremmo dovuto fare per sostenere una scelta tanto impegnativa e ciò ha comportato una progressiva perdita di produttività e l’aumento del debito pubblico. Un secondo elemento è stata l’accelerazione delle nuove tecnologie e della globalizzazione. Entrambi questi elementi hanno espresso dei cambiamenti radicali nel modo di produrre, lavorare e consumare. La risposta del Made in Italy manufatturiero è stata forte ma molto limitata nei numeri, evidenziando le debolezze di un sistema economico troppo frammentato e costituito in gran parte da micro-realtà con scarsa capacità di investimento. Infine, la pandemia da Covid-19 che ha nuovamente stravolto gli equilibri costringendo le aziende ad accelerare il loro processo di digitalizzazione e rivedere i loro modelli di business.
Quali sono le più importanti tecnologie abilitanti e come avverrà la rivoluzione culturale 4.0 in azienda?
Nel Piano Nazionale Industria 4.0 del 2016 sono indicate nove tecnologie utili, ma secondo la nostra esperienza quelle che esprimono al meglio le potenzialità della digitaltrasformation sono tre: Industrial internet, ovvero la comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti; Big Data e Analytics, che prevede l’analisi di un’ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi; Horizontal and Vertical Integration, che significa integrazione delle informazioni lungo la catena del valore dal fornitore al cliente. Gli studi dimostrano che l’applicazione di queste tecnologie abilitanti nella fabbrica genera integrazione sia a livello verticale – nel rapporto uomo-macchina – sia a livello orizzontale, nella supply chain. Una svolta epocale che porta sia a ridisegnare l’intero funzionamento produttivo delle aziende sia a riformularne l’organizzazione del lavoro, dove saranno richieste sempre più spesso competenze di tipo relazionale invece che tecnico. Un’altra tecnologia abilitante che a nostro avviso farà la differenza è la realtà virtuale. Uno strumento che mette la mente umana nelle condizioni di lavorare in modo tridimensionale dando risultati straordinari. Diversi esperimenti hanno dimostrato che una persona senza le competenze necessarie, per esempio un direttore HR, nel giro di quattro mesi impara a utilizzare una macchina.
Robotica ed intelligenza artificiale nell’industria 4.0
Robotica ed intelligenza artificiale sono due delle principali tecnologie che possono implementare sin da subito la transizione delle imprese per diventare 4.0.La robotica è una tecnologia particolarmente adatta alle aziende manufatturiere, poiché oltre ad un ottimo livello di sicurezza garantisce produttività e precisione. Si tratta di una soluzione ampiamente utilizzata come testimoniato anche dal caso di Automobili Lamborghini presentato nel libro. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale parliamo di una tecnologia altamente efficiente e in grado di ottimizzare i processi produttivi.Tuttavia,richiede competenze specialistiche non ancora pienamente diffuse e questo fa sì che solo alcune aziende la integrino nel proprio modello di business.
Chi sono Michele Bonfiglioli e Umberto Mirani?
Michele Bonfiglioli è laureato in Ingegneria Gestionale all’Università di Bologna e Diplomato in Business Administration presso University of California, Berkeley. Dal 2009 è Amministratore Delegato di Bonfiglioli Consulting e fondatore della Lean Factory School®. Si occupa di temi Lean Thinking e Lean World Class®, cura pubblicazioni tematiche e Benchmarking studies internazionali sull’OperationalExcellence e dal 2018 è presidente della Filiera Servizi Professionali di Confindustria Emilia.
Umberto Mirani è laureato in Ingegneria dell’Ambiente e delle Risorse all’Università di Bologna. Dal 2000 inizia la sua carriera come esperto della filosofia Lean Thinking e Lean World Class® in Bonfiglioli Consulting (di cui oggi è socio e senior partner), per i settori automotive, beni industriali, farmaceutico e fashion, mentre dal 2018 è Amministratore Delegato di Digibelt, startup innovativa di Bonfiglioli Consulting e piattaforma Lean Industry 4.0 di applicazioni per il manufacturing.