Si chiama AideXa e ha tra i suoi promotori Roberto Nicastro e Federico Sforza, entrambi banchieri di lungo corso con esperienza tra l’altro ai vertici del gruppo UniCredit.
Lanciata con un round di finanziamento iniziale di 45 milioni di euro, la nuova start up del fintech ha tra i principali azionisti-promotori le Assicurazioni Generali (16%) e con quote del 10% il gruppo Sella, Banca Ifis, la trentina Isa. A questi si aggiungono con partecipazioni inferiori una serie di investitori istituzionali tra cui Confartigianato.
«AideXa sarà dedicata e specializzata nell’offerta di credito al mondo della piccola impresa, delle partite Iva, degli artigiani, dei professionisti e dei commercianti – spiega il presidente Nicastro – una clientela potenziale che in Italia non può certo essere considerata una nicchia di mercato, dato che rappresenta circa il 50% del Pil».
Un tessuto imprenditoriale di milioni di aziende, quello che in gergo bancario è chiamato dello “small business”, non sempre seguito con attenzione dalle banche. E che una fintech («ma noi saremo una vera e propria banca, perché vogliamo essere regolati», spiega Nicastro) può servire con maggiore efficacia grazie «alla velocità, alla trasparenza e alla semplicità di un servizio che è interamente digitale e basato sul l’intelligenza artificiale e sull’open banking», commenta l’amministratore delegato Federico Sforza.
Se AideXa parte da subito con un’offerta esclusivamente creditizia, già dal 2021 – pur rimanendo dedicata solo al mondo aziendale – l’offerta è destinata ad ampliarsi ad altri servizi tra cui un conto corrente per le imprese.
«AideXa è stata ideata per gli imprenditori – spiega Sforza – e la chiave per rispondere alle reali esigenze di chi fa impresa è in quel “fattore X”, abbiamo intenzione di puntare molto sull’innovazione, sui dati e sul digitale, rimanendo vicini ai clienti grazie ai business banker, consulenti remoti specializzati, sin dal lancio del primo prodotto».
Nel corso della presentazione della nuova iniziativa, i vertici di AideXa hanno detto di «puntare a raggiungere il break even entro tre anni» e di volere arrivare a 100.000 clienti in un orizzonte di cinque anni.