In questi mesi, gli italiani hanno rafforzato una delle loro principali caratteristiche in ambito finanziario: la propensione al risparmio. Questa scelta è dovuta principalmente a due fattori. Da un lato, molti cittadini hanno oggettivamente meno da spendere e tendono a non utilizzare il proprio denaro per spese non considerate necessarie, dall’altro, il timore di eventuali conseguenze negative causate dalla crescita dei contagi consiglia prudenza nella gestione economica. Secondo i dati ISTAT, cui ha fatto recentemente riferimento anche il Governatore della Banca d’Italia Visco, nel secondo trimestre 2020 il risparmio degli italiani è arrivato al 18,6%, con una crescita del 5,3% rispetto al precedente trimestre. Una conseguenza, questa, che ha avuto ovvie ripercussioni sui consumi che sono, infatti, notevolmente calati ma anche sull’utilizzo dei pagamenti tramite carta per alcuni dei canali in cui sono tradizionalmente più usate. I pagamenti digitali sono crollati del 22% a livello globale nei primi sei mesi dell’anno, stando ai dati McKinsey. In Italia, invece, il rallentamento è stato meno forte che altrove e le transazioni digitali hanno segnato una flessione limitata al 6,3% nella prima metà del 2020, inferiore anche al calo dei consumi, stimato pari al 10,4% e al 29,7% rispettivamente nei primi due trimestri. Segni questi che gli italiani, in attesa delle misure cashless che il Governo si appresta ad avviare, hanno imparato a conoscere ed utilizzare gli strumenti di pagamento elettronici, anche solo per evitare il contatto diretto con banconote e monete.
Proprio in questi giorni, l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano ha pubblicato i risultati della sua ricerca che contribuiscono a fare chiarezza su quanto avvenuto. Il volume delle transazioni con carta ha raggiunto i 118,3 miliardi di euro (-6,3%) per un totale di quasi 2,3 miliardi di transazioni (-2% rispetto al primo semestre 2019). Le carte di credito hanno subito la flessione maggiore, come detto, essendo legate ai settori che hanno subito la crisi più di altri, come i viaggi. Le carte di debito si confermano lo strumento preferito per i pagamenti in negozio, con un calo contenuto al 4,2%. Le prepagate hanno invece registrato una crescita pari al 13,3% a 21,2 miliardi, spinta anche dalla fruizione del reddito di cittadinanza. Se questi sono i dati degli strumenti di pagamento elettronico definiti tradizionali, in controtendenza è l’andamento dei sistemi più innovativi. I pagamenti da smartphone in negozio sono lievitati dell’80% rispetto a un anno prima, sfiorando quota 1,3 miliardi di euro. Non si è fermata neanche la continua crescita dei pagamenti con carta contactless: nel semestre si sono registrate 760 milioni di transazioni (+17%) per un totale di 31,4 miliardi di euro (+15%). A fine anno l’Osservatorio stima che il contactless raggiungerà una penetrazione del 37% sul totale delle transazioni con carta. In continua flessione lo scontrino medio, sceso del 4,4% a 52 euro, segno di un maggior utilizzo della carta. Quest’ultimo dato, in particolare, è degno di nota. Tutte le misure proposte dall’esecutivo per l’incentivazione della moneta elettronica sono indirizzate soprattutto a favorire l’incidenza delle transazioni di piccola entità, verificare che gli italiani già si stanno attivando in questa direzione può essere un interessante viatico all’avvio delle iniziative cashless.
La questione, in questo momento, è sempre la stessa. Dobbiamo attendere la fine dell’anno per verificare se, in assenza (si spera) di nuove misure restrittive, i pagamenti elettronici ed innovativi continueranno la fase ascendente che hanno intrapreso nei mesi scorsi consolidandosi nelle abitudini di spesa degli italiani. La prova del nove, poi, ci sarà nel 2021 quando le misure cashless saranno pienamente implementate e, come ci auguriamo, la lotta al Coronavirus sarà completamente vinta consentendo a tutti di noi di tornare alle normali attività per tutti noi.