Trump Media & Technology Group, la società che gestisce la piattaforma Truth Social e che è strettamente legata alla famiglia dell’ex presidente Donald Trump, starebbe preparando un’importante operazione finanziaria per raccogliere tre miliardi di dollari da investire nel settore delle criptovalute. A rivelarlo è il Financial Times, che cita fonti ben informate.
Il piano, secondo quanto riportato, prevede due componenti: due miliardi di dollari da raccogliere tramite nuovi investimenti in capitale e un ulteriore miliardo da ottenere attraverso l’emissione di un’obbligazione convertibile, cioè un titolo di debito che può essere trasformato in azioni. L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, in occasione di un evento dedicato al mondo delle criptovalute che si terrà a Las Vegas. A quell’incontro parteciperanno figure di spicco legate all’ex presidente, come i suoi figli Donald Jr. ed Eric, il senatore JD Vance e David Sacks, uno dei principali consiglieri sulla strategia crypto.
Trump Media ha replicato all’articolo del Financial Times con un commento sprezzante, definendo i giornalisti dell’articolo “scrittori stupidi che ascoltano fonti ancora più stupide”, senza però smentire direttamente le indiscrezioni.
Se quanto riportato fosse vero, si tratterebbe di un nuovo tentativo della famiglia Trump di inserirsi con decisione nel settore delle criptovalute. Donald Trump ha più volte espresso la volontà di rendere gli Stati Uniti la capitale globale delle crypto e ha persino accennato alla possibilità di creare una riserva nazionale in bitcoin, paragonabile all’oro nelle riserve federali, così come si legge su pymnts.com.
Questi sviluppi, però, non sono privi di conseguenze politiche. Diversi esponenti del Partito Democratico hanno sollevato timori riguardo a possibili conflitti di interesse, in particolare se Trump dovesse tornare alla presidenza. Proprio per questo motivo, l’approvazione della legge sulle stablecoin ha subito dei rallentamenti, con alcuni parlamentari che hanno chiesto di inserire una clausola per impedire a politici e alti funzionari di trarre profitto personale da attività legate alle criptovalute mentre sono in carica. Nonostante le resistenze, la proposta legislativa ha comunque fatto passi avanti, sebbene figure come la senatrice Elizabeth Warren mantengano una posizione critica.
Nel frattempo, anche le grandi banche americane stanno valutando come entrare nel mondo delle criptovalute. I colossi finanziari come JPMorgan Chase, Bank of America, Wells Fargo e Citigroup stanno discutendo la possibilità di lanciare una stablecoin comune. Questo segnerebbe una svolta importante: da strumenti pensati per superare le istituzioni tradizionali, le criptovalute verrebbero così integrate nel sistema finanziario esistente. L’obiettivo delle banche è fornire una struttura stabile e sicura per l’uso dei dollari digitali su larga scala.
Bentzi Rabi, amministratore delegato di Utila, una società fintech coinvolta nel settore, ha spiegato che ogni realtà che vuole operare con le stablecoin avrà bisogno di un’infrastruttura affidabile, che permetta la creazione, la gestione, la custodia e il trasferimento sicuro degli asset digitali.