Il ceo di TIM, Pietro Labriola, durante la conference call sui risultati del primo trimestre 2025, ha tracciato il quadro delle prospettive per il settore delle telecomunicazioni in Europa, sottolineando come stia emergendo un nuovo approccio al tema del consolidamento. Secondo Labriola, è ormai evidente per tutti che la tenuta del settore passa attraverso il rinnovo delle frequenze e l’integrazione tra diversi operatori. In questo contesto, ha ribadito che TIM non è contraria a un’aggregazione sul mercato italiano e ha citato Iliad come uno scenario possibile, pur precisando che anche un accordo tra Iliad e WindTre non rappresenterebbe un problema per il gruppo. “Nel frattempo – ha aggiunto – continuiamo a concentrarci sui nostri obiettivi operativi“.
Rispondendo a una domanda su una possibile alleanza con WindTre, Labriola ha spiegato che una fusione diretta sarebbe molto complicata da realizzare, poiché una tale operazione porterebbe la quota di mercato congiunta tra il 40% e il 50% sia nella telefonia fissa che in quella mobile, ostacolo che renderebbe difficile l’approvazione da parte dell’Antitrust. Tuttavia, ha aperto alla possibilità di una collaborazione a livello di rete, come ad esempio attraverso una joint venture, specificando che in un simile scenario non ci sarebbe bisogno né di capitali esterni né di nuovi investitori, dal momento che TIM non necessita di ulteriori finanziamenti, come si legge su Borsa Italiana.
Sul fronte del cloud, in riferimento ad alcune indiscrezioni relative a una possibile partnership con Amazon, Labriola ha ridimensionato le voci, definendole “fantascienza”. Ha ricordato invece le collaborazioni già in essere con colossi del settore, come Google, confermando l’intenzione di TIM di seguire una strategia multi-cloud in futuro e rimanere aperta a valutare altre opportunità.
A proposito delle prospettive legate all’aumento delle spese per la difesa in ambito europeo, il numero uno di TIM ha evidenziato che l’azienda è ben posizionata per cogliere eventuali benefici, in particolare grazie alla propria competenza nella cybersecurity. In questo ambito, ha spiegato, TIM è tra i principali attori in Italia, e potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano nello sviluppo del cloud sovrano, un’area considerata strategica e promettente nel medio-lungo periodo.
Infine, Labriola ha voluto rimarcare la trasformazione dell’identità aziendale di TIM. Ha spiegato che il gruppo si sta allontanando progressivamente dal ruolo tradizionale di operatore consumer. “Il segmento consumer è sempre stato quello che attirava maggiormente l’attenzione ed è anche il più prevedibile – ha detto – ma oggi TIM Enterprise guarda alle grandi imprese, al cloud e alle soluzioni digitali. Non si tratta più solo di una compagnia telefonica, ma di una vera e propria cloud company: un elemento che va tenuto in considerazione guardando al futuro”.