Nel primo trimestre del 2025, il mercato del credito al consumo in Italia mostra segnali contrastanti. Se da un lato le richieste di prestiti finalizzati – quelli legati all’acquisto di beni o servizi – calano dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, dall’altro i prestiti personali volano con un aumento del +15,9%. A segnalarlo è il Barometro CRIF, che fotografa il comportamento creditizio delle famiglie sulla base dei dati del sistema EURISC.
Nel complesso, la domanda di prestiti è cresciuta del 3% rispetto all’anno scorso, confermando una lenta ma positiva ripresa della fiducia da parte dei consumatori. Una fiducia che, secondo Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, è sostenuta anche da un contesto di politica monetaria più favorevole da parte della Banca Centrale Europea.
Tra le novità più evidenti c’è l’ascesa delle modalità di pagamento flessibili e digitali. Il fenomeno “Buy Now, Pay Later”, ad esempio, si sta affermando anche per gli acquisti quotidiani: il 61% dei prestiti richiesti riguarda importi tra 0 e 150 euro. Un chiaro segnale che anche le micro-rate sono entrate nelle abitudini di spesa, così come si legge su simplybiz.eu. In generale, quasi la metà delle richieste (45,1%) si concentra su importi sotto i cinquemila euro. Allo stesso tempo, cresce la tendenza a dilazionare i rimborsi: il 33,1% degli italiani sceglie piani superiori ai cinque anni.
Nonostante la prudenza, l’importo medio dei prestiti richiesti è in aumento: nel primo trimestre 2025 ha toccato i 10.161 euro, +8,3% su base annua, il valore più alto degli ultimi dieci anni (era 7.724 euro nel 2015). A incidere è soprattutto l’inflazione, che ha alzato il costo della vita e, di conseguenza, anche l’importo dei finanziamenti. In particolare, i prestiti finalizzati hanno registrato un importo medio di 7.518 euro (+9,6%), mentre i prestiti personali hanno raggiunto quota 12.495 euro (+2,4%).
Infine, per quanto riguarda l’età dei richiedenti, il gruppo più attivo è quello tra i 45 e i 54 anni, che rappresenta il 23,3% delle richieste totali. Seguono i 35-44enni con il 20,5%.