Un giudice federale americano ha stabilito che Google ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità digitale, violando le leggi antitrust. La decisione arriva in seguito a una causa intentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti insieme a diciassette Stati federati, che accusano la società di controllare in modo illecito l’intero ecosistema degli annunci pubblicitari online, come si legge su bbc.com.
Il tribunale ha dato ragione al governo su due dei tre capi d’accusa. Google è stata, dunque, riconosciuta colpevole di aver messo in atto pratiche anticoncorrenziali per rafforzare il proprio dominio e ostacolare i rivali. Tuttavia, uno dei capi è stato respinto. La società ha già annunciato che farà ricorso contro la decisione. Secondo la giudice Leonie Brinkema, Google ha deliberatamente adottato strategie per escludere la concorrenza, danneggiando sia gli editori che i consumatori. La società, infatti, controlla l’intero ciclo della pubblicità digitale, operando come intermediario tra chi vende e chi compra spazi pubblicitari, gestendo anche la piattaforma che li mette in contatto.
Anche se gli utenti comuni non noteranno cambiamenti immediati, la sentenza potrebbe influenzare il modo in cui vengono distribuiti i guadagni tra le varie parti coinvolte nella pubblicità online. Potrebbero anche esserci modifiche strutturali imposte a Google, ad esempio l’obbligo di scorporare alcune sue attività, come già richiesto in altre cause antitrust.
Secondo alcuni esperti, questa vicenda potrebbe persino portare alla separazione di Alphabet, la holding che controlla Google. La professoressa di diritto Laura Phillips-Sawyer ha definito la sentenza una vittoria significativa per le autorità antitrust statunitensi, perché dimostra che i giudici sono pronti a contrastare lo strapotere delle Big Tech. Il verdetto potrebbe influenzare profondamente le strategie future delle grandi aziende tecnologiche. Anche nel Regno Unito, l’autorità garante della concorrenza ha recentemente stabilito in via provvisoria che Google ha adottato tattiche anticoncorrenziali nel settore della pubblicità digitale.