Il Sole24Ore di oggi analizza la seconda fase delle trattative per l’unione di Nexi e Sia. L’articolo di Carlo Festa sottolinea il passagio delicato in cui si troverebbe la negoziazione tra i soci, i fondi di private equity da una parte e Cassa depositi e Prestiti dall’altra. Nexi, società quotata, avrebbe un valore definito dalla sua capitalizzazione di mercato mentre Sia dovrebbe essere valutata tramite indicatori economici legati al settore di riferimento. Secondo il quotidiano, se l’analisi sul valore della società dovesse essere adeguata, la fusione dovrebbe avviarsi velocemente, nel caso opposto l’azienda guarderebbe ad una Ipo sul mercato.
L’obiettivo è costruire un campione tricolore ed europeo del fintech, come aupicato da tempo anche in ambienti governativi. Il settore procede infatti verso un consolidamento e la costituzione di campioni nazionali capaci di guardare all’estero è indicativo: sotto i riflettori c’è il caso della francese Worldline, che nel febbraio scorso ha acquistato la connazionale Ingenico per una fusione da circa 8 miliardi di euro.
Sia e Nexi sono due società leader sul mercato italiano e con una presenza in Europa, ma prese singolarmente potrebbero essere oggetto di interesse da parte di altri gruppi esteri. Sia è leader europeo nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati alle istituzioni finanziarie, banche centrali, imprese e pubbliche amministrazioni. Da settembre dello scorso anno è finita sotto il controllo quasi totale di Cdp Equity: tramite una partecipazione diretta del 25,7% e una indiretta, tramite il veicolo Fsia Investimenti (dove è presente anche Poste Italiane con il 30%), del 57,42 per cento. Tra i piccoli soci ci sono alcune banche e gruppi finanziari, come BancoBpm (5,33%), Mediolanum (2,85%) e Deutsche Bank (2,58 per cento).