Si sa, c’è ormai la credenza diffusa che la Gen Z non abbia così tanta voglia di lavorare. Troppo tempo sui social, troppe pretese e poca concentrazione. Ma è veramente così? Trattandosi di una generazione differente da quelle precedenti, un po’ come tutte, del resto, non avrebbe semplicemente bisogno di essere coinvolta e trattata in maniera diversa rispetto ad esempio ai Millennials? MobieTrain (https://www.mobietrain.com/it/), la piattaforma di microlearning dedicata alla formazione del personale in prima linea, per imparare, comunicare e migliorare le performance ovunque e in qualsiasi momento, suggerisce 8 consigli pratici per coinvolgere al meglio un lavoratore della Gen Z sul posto di lavoro. Parole d’ordine, coinvolgimento, gamification e feedback costanti.
Gli 8 consigli di MobieTrain:
- Utilizzare una comunicazione trasparente e dare feedback costantemente: la Gen Z, abituata ad un flusso di comunicazione e di informazioni continuo e rapido, apprezza la trasparenza e il ricevere feedback costantemente. Fornire quindi loro un riscontro puntuale e costruttivo li aiuta a sentirsi valorizzati e soprattutto allineati con la mission e gli obiettivi dell’azienda
- Offrire un posto di lavoro flessibile e ibrido: i giovani nati tra il 1997 e il 2012 sono cresciuti vedendo intorno a loro la possibilità di lavorare, ma anche studiare, da remoto. Offrire quindi spazi di lavoro flessibili e ibridi può aumentare il loro rendimento e la loro soddisfazione. Specialmente per questa generazione, è importante che il posto di lavoro rispetti l’equilibrio tra vita privata e lavoro, magari con la possibilità di lavorare in smart working per qualche giorno alla settimana
- Fornire strumenti digitali all’avanguardia: essendo nativi digitali, la Gen Z ha molta dimestichezza con la tecnologia. Fornirgli strumenti digitali all’avanguardia e moderni li renderà sicuramente più produttivi, oltre a velocizzare le attività di lavoro
- Promuovere la diversità e l’inclusione: i giovani che fanno parte di questa generazione sono particolarmente vicini a tematiche come l’inclusione e la diversità. Offrire loro un ambiente di lavoro aperto in cui possano sentirsi accettati e valorizzati è fondamentale
- Offrire opportunità di apprendimento e di crescita: a dispetto di quanto si possa pensare, non è affatto vero che alla Gen Z non interessa lavorare, anzi. Questa generazione è in cerca di apprendimento continuo e di possibilità di crescita. Potrebbe essere utile offrire loro programmi di formazione, meglio se continua, e possibilità di avanzamento professionale. Ad esempio, MobieTrain offre una applicazione per formarsi in qualsiasi momento e ovunque ci si trovi. Grazie alla web app, ogni dipendente può dedicare qualche minuto al giorno, o quando può, a conoscere meglio la propria azienda, per essere più preparato e allineato alla vision aziendale quando parla con i clienti
- Proporre attività di gamification: Trasformare in gioco – ad esempio con punti, classifiche interne ed eventuali penitenze – le attività della settimana può aiutare i giovani ad essere più coinvolti e motivati sul lavoro. Ciò stimola il desiderio di competere amichevolmente e li motiva a migliorare costantemente, senza sentirsi eccessivamente sotto pressione
- Offrire progetti di “Reverse Mentorship”: invertire i ruoli tradizionali in azienda può essere una grande risorsa: da una parte i giovani della Gen Z possono aiutare i colleghi più senior con le loro competenze digitali, dall’altra i colleghi possono aiutare i giovani nell’imparare meglio il lavoro, con un occhio di riguardo nei confronti della parte burocratica, amministrativa e perché no, anche più relazionale
- Permettere alla Gen Z di cambiare ruolo con un collega, per un breve periodo: Permettere ad un giovane appena entrato in azienda di invertire il proprio ruolo con quello di un collega della stessa età ed esperienza, permette di assicurarsi una visione d’insieme dell’azienda. Questo approccio consente ai giovani di vedere da vicino anche le attività degli altri, migliorando il lavoro di squadra e potenziando l’approccio empatico nei confronti dell’azienda
“Se c’è una cosa che non cambia mai, è il pensiero che la generazione successiva sia ‘la peggiore di sempre. Ricordate? I giovani di oggi ‘non vogliono lavorare’ e ‘non sanno cos’è il sacrificio’ – un tormentone che va avanti da sempre. Eppure, tra una battuta e l’altra, è essenziale capire che la Gen Z ha semplicemente prospettive e priorità diverse – commenta Laura Fornaroli, Marketing Manager di Mobietrain – Questa generazione non è ‘peggio’ di quelle precedenti, è semplicemente cresciuta in un contesto diverso, dove la stabilità lavorativa ha meno valore e il benessere personale conta di più. Dall’ascolto attivo al coinvolgimento genuino, fino a capire cosa conta davvero per loro sul posto di lavoro. Sono semplici consigli che però possono aiutare un’azienda e il management nell’interagire lavorativamente al meglio con questa fascia della popolazione, sempre più presente nel contesto lavorativo odierno”.