Una cosa è ormai da considerarsi certa: la pandemia che stiamo vivendo cambierà le profondamente le nostre abitudini sotto ogni punto di vista, comprese quelle di consumo e di pagamento.
Questo processo, per la verità, era già parzialmente in corso ma è naturale suppore che quanto sta avvenendo contribuirà in maniera decisiva ad accelerare i processi avviati.
ll mercato europeo dei pagamenti digitali, ad esempio, dovrebbe raggiungere nel 2020 il valore record di transazioni pari a 802 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 9,9% su base annua; il crescente numero di utenti mobile e la massiccia crescita dell’e-commerce hanno portato alla rapida adozione dei pagamenti digitali in tutto il mondo, con un impatto significativo sul settore dei pagamenti, tradizionalmente.
Premesso questo, appare necessario comprendere cosa stia succedendo al mondo dei servizi di pagamento, in un contesto nel quale l’emergenza covid-19 ha stravolto molte delle nostre attività quotidiane.
Un interessante e ampio studio svolto da Crif e Nomisma sugli effetti del covid19 e del conseguente lockdown evidenzia come, a causa dell’attuale condizione, gli italiani stiano ricorrendo con maggiore frequenza non solo al commercio elettronico ma anche ai pagamenti digitali.
La quarantena sta cambiando il rapporto degli italiani col contante cui, con il conseguente aumento dei pagamenti elettronici, ricorriamo con minore frequenza rispetto al passato; questo fenomeno è evidente anche dal meno frequente ricorso agli sportelli ATM rispetto al passato.
L’aspetto meno positivo che emerge dalla ricerca è che, sostanzialmente, la base di persone che ricorrono ai pagamenti innovativi non si è ampliata più di tanto – denunciando quindi una persistente mancanza di strumenti e competenze – ma è aumentata sensibilmente l’intensità con cui questi vengono utilizzati.
A questo proposito, ad esempio, la Banca d’Inghilterra e l’OMS hanno dato anche una spiegazione scientifica oltre che sociale, evidenziando come sia opportuno utilizzare sistemi di pagamento elettronici, piuttosto che le banconote (ancorché le stesse non debbano essere disinfettate).
A supporto di questa considerazione, l’autorità regolamentare inglese (FCA) ha consentito di recente di alzare il limite del singolo pagamento contactless da 30 a 45 sterline.
Potenziare i sistemi di pagamento contactless rientra comunque nell’ambito della regolamentazione sui pagamenti già adottata negli Stati Membri della UE, ed in particolare del Regolamento delegato relativo alle norme tecniche di regolamentazione (RTS) concernenti l’autenticazione forte (SCA).
Questo perché i nuovi servizi di pagamento (e molti altri servizi che rientrano nell’area FinTech) consentono allo stesso tempo facilità di accesso per l’utente, immediatezza della loro esecuzione e, con l’utilizzo di stringenti regole tecniche, di tutelare l’utente da frodi e accessi non autorizzati a conti disponibili online.
L’auspicio è, quindi, che tra le tante cose negative che questa brutta esperienza sta comportando per tutti, ciò che possa rimanere sia anche una più ampia e consapevole gestione del denaro, del suo valore e del modo con cui dovrebbe essere utilizzato, indirizzata – tra l’altro – verso una maggiore tutela di noi stessi e dei nostri acquisti.