L’offerta di Banca Ifis per illimity ha senso sia industriale che finanziario per l’acquirente, ma offre un’attrattiva limitata per gli azionisti della target poiché non incorpora alcun miglioramento della redditività di quest’ultima rispetto all’attuale livello moderato, né del valore delle sinergie. Allo stesso tempo, lo spazio per un upgrade dell’offerta potrebbe essere limitato, a meno che Banca Ifis non accetti di ridurre il suo CET1 al di sotto della soglia del 14%. È questo il giudizio degli analisti di Intesa Sanpaolo sull’operazione annunciata pochi giorni fa.
Il motivo è che, in un contesto caratterizzato da una crescita limitata dei prestiti e da poche transazioni NPL, la crescita inorganica diventa un’opzione praticabile per far evolvere il business. L’operazione ha senso anche da un punto di vista finanziario. Intesa Sanpaolo stima che potrebbe migliorare l’EPS di Banca Ifis del 21% nel 2026 e del 29% nel 2027, con un consumo di capitale di circa 160 bps.
Secondo gli analisti, l’offerta di Banca Ifis “non è molto allettante” per gli azionisti di illimity, in quanto non riconosce il potenziale di rialzo sulla redditività, attualmente penalizzata da uno scenario di tassi di interesse avversi e da elevati investimenti in tecnologia, né il potenziale di cessione di asset. illimity è stata valutata 0,38x 2025 P/TBV e 9,6/5,6 P/E nel 2025/26. Inoltre, illimity sta preparando un nuovo piano aziendale che dovrebbe concentrarsi su segmenti a più alta marginalità (corporate e investment banking) e semplificare la struttura dei costi, con l’attesa che migliori il ROTE dall’attuale 4% al 6-7%.
Intesa Sanpaolo evidenzia, tuttavia, che lo spazio per l’aumento dell’offerta potrebbe essere limitato, a meno che Banca Ifis non accetti di ridurre il suo CET1 al di sotto del 14%, almeno temporaneamente, prima di qualsiasi cessione di asset o ottimizzazione RWA.
Un aumento della componente azionaria sarebbe più fattibile, ma implicherebbe una maggiore diluizione da parte dell’azionista di maggioranza. A seguito dell’accordo alle condizioni annunciate, La Scogliera (azionista di maggioranza di Banca Ifis) ridurrebbe la sua quota dal 50,5% al 43,8%, con il mercato che rimane a circa il 50%. Nonostante l’attivismo di Banca Ifis in M&A negli ultimi anni (Toscana Finanza nel 2021; GE Capital Interbanca nel 2016; FBS, CapitalFin e Credifarma nel 2018; Farbanca nel 2019; Revalea nel 2023) La Scogliera ha sempre mantenuto la maggioranza assoluta in Banca Ifis. Con l’accordo con illimity, la quota di La Scogliera scenderebbe sotto il 50%, mantenendo comunque una solida maggioranza relativa. Tale quota si trasformerebbe in maggioranza assoluta nel giro di due anni, grazie alle loyalty share, introdotte nell’ultima assemblea degli azionisti di novembre 2024 (58% ipotizzando che tutti gli azionisti di maggioranza mantengano le proprie quote per 24 mesi).
Secondo i calcoli di Intesa, ogni aumento della componente azionaria diluirebbe la quota di La Scogliera di 1pp per ogni aumento del 10% dell’offerta in azioni, senza mettere a rischio il controllo della nuova entità nel lungo periodo, ma esponendola ad alcuni rischi di acquisizione nel breve termine.
Viene evidenziato che la pubblicazione dei risultati FY24 sarà un trigger event per qualsiasi potenziale decisione in merito alla possibile revisione del prezzo di offerta. Con i risultati del 4Q24, illimity divulgherà l’impatto patrimoniale della revisione su specifiche classi di attività rappresentate da obbligazioni senior e quote di fondi, richiesto dal regolatore. Il potenziale impatto di tale analisi è stato definito “gestibile”, lasciando molte incertezze sul suo impatto effettivo sulla base di capitale e sul P&L. Intesa stima svalutazioni pari a cinquanta milioni di euro. È necessaria una maggiore chiarezza su questo elemento per valutare il potenziale aumento del prezzo di offerta da parte di Banca Ifis.