Il mercato dei fiori è in crescita. Secondo i dati 2017 di Euromonitor international, uno dei maggiori fornitori di ricerche di marketing, registra un giro d’affari pari a 100 miliardi di dollari nel mondo e solo in Italia di 2,7 miliardi di euro. Un settore in cui stanno entrando anche le startup con il loro carico di innovazioni, energia ed entusiasmo che annunciano di essere dirompenti anche in un settore tendenzialmente fermo su posizioni storiche e abitudini consolidate.
Tra i settori colpiti dal lockdown dell’emergenza coronavirus c’è il florovivaismo, che in Italia vale circa 2,5 miliardi di euro l’anno e occupa circa centomila addetti in 27mila imprese in tutta la Penisola. In queste settimane ha perso gran parte del fatturato annuale, a causa dello stop delle vendite e delle esportazioni (a seguito del fermo delle aste olandesi che ad oggi rappresentano uno snodo cruciale della filiera floro-vivaistica). Per il florovivaismo, la primavera è una stagione cruciale, periodo non solo di semine, piantumazioni, alberature, giardinaggio, ma di occasioni di ‘consumo’ di fiori, è un periodo di cerimonie: matrimoni, battesimi, cresime, comunioni, ecc. Un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, riporta Coldiretti.
“Buona parte della produzione florovivaistica nazionale viene venduta e fisicamente spedita in Olanda per poi essere rivenduta in tutta Europa. La chiusura dei negozi di fiori nei maggiori mercati ha bloccato completamente il sistema, che non può funzionare a regime ridotto”, dichiara Simone Guzzetti, CEO e Founder di Bloovery.
Questa è la sfida che la startup italiana Bloovery lancia per scuotere e modernizzare il mercato dei fiori. Questa particolare startup ha raggiunto in un weekend i centomila euro di raccolta di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd, mette in relazione produttori e i distributori. Fondata nel 2018, permette di effettuare ordini tramite un catalogo digitale di oltre 15.000 articoli. È collegata indirettamente alle aste olandesi dei fiori, dalle quali ogni giorno transita il 60% della produzione mondiale. I cataloghi sono sincronizzati in tempo reale, con valutazioni precise del miglior prezzo disponibile, permettendo così ai clienti di risparmiare fino al 30%. Aste digitali a beneficio dell’ambiente e dei costi Ma l’innovazione maggiore è quella futura e che sarà sostenuta dal crowdfunding (target 300mila euro). Mentre si consoliderà nel mercato europeo B2B espandendosi in Francia e Spagna, poi Gran Bretagna e Germania, Bloovery punta a innovare la filiera. «Siamo un B2B e vogliamo continuare a crescere – spiega Simone Guzzetti, ingegnere, ceo e cofounder di Bloovery – Ma il nostro obiettivo è sviluppare una tecnologia che potremmo vendere a terzi per sviluppare le aste digitali”. Che potrebbe essere in futuro anche la stessa Royal Flora Holland, la cooperativa di produttori che gestisce le aste (e che fattura 4,6 miliardi di euro l’anno): una soluzione indirizzata soprattutto a favorire la sostenibilità della filiera. I fondi raccolti tramite la campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd saranno utilizzati per completare lo sviluppo della piattaforma e della tecnologia per l’automazione della logistica e permettere a Bloovery di approdare nei primi due mercati europei, Francia e Spagna. Inoltre, obiettivo futuro è quello di creare la prima asta dei fiori digitale, accedendo così ai due mercati più grandi, UK e Germania. Il proposito più ambizioso è quello di continuare a crescere fino a diventare il riferimento in Europa per la vendita e la distribuzione di fiori all’ingrosso.