“Penso che le abilità di cui abbiamo più bisogno, pian piano che la macchina diventa più potente, sono innanzitutto le abilità umane e la capacità di essere fino in fondo uomini e donne in grado di controllare la potenza della macchina. Poi abbiamo bisogno anche di nuove skill perché l’intelligenza artificiale sta cambiando decisamente quella che è la mappa di ciò che serve per poter essere non solo cittadini ma anche lavoratori in questa contemporaneità“.
Queste le parole di Paolo Benanti, presidente della Commissione AI per l’informazione, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss, alla domanda su quali siano le competenze che servono di più in un mondo sempre più impattato dall’AI.
Sotto il punto di vista etico, e sul piano universitario, “L’Accademia da sempre si interroga partendo da Socrate in poi con una domanda. Socrate interrompeva il dialogo degli avversari chiedendo che cos’è la cosa che abbiamo davanti. Ecco, l’Accademia – dice Benanti – deve chiedersi che cos’è questa nuova capacità di agire che abbiamo nello spazio misto tra reale e digitale e, capito che cos’è, capiremo quali sono i limiti intesi come ciò che la macchina può fare in maniera affidabile e ciò che invece la macchina non ha la capacità di fare in maniera affidabile. E questo al fine di mettere l’uomo in una posizione di controllo significativa“.