Il Bank Policy Institute e la Kentucky Bankers Association hanno presentato una causa per contestare la norma definitiva del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) sulla condivisione dei dati.
Entrambi sostengono che la norma mette a repentaglio la sicurezza e la riservatezza dei dati finanziari dei consumatori e che il CFPB sta “superando il suo mandato statutario e inserendosi in un ecosistema in via di sviluppo e ben funzionante che prospera grazie alle iniziative private”, come si legge in una nota.
La causa sostiene che la norma del CFPB sia illegale perché richiederebbe alle banche di fornire le informazioni finanziarie dei propri clienti a terze parti presumibilmente “autorizzate”, aumenterebbe i rischi per la sicurezza dei consumatori senza aumentare il livello di protezione della sicurezza garantito ai loro depositi e dati, esternalizzerebbe l’autorità di stabilire standard di conformità a organizzazioni terze, imporrebbe una tempistica ai fornitori di dati per conformarsi alla norma, in un momento in cui gli standard sono sconosciuti, e imporrebbe costi e rischi alle banche, vietando loro di addebitare commissioni per recuperare tali costi.