L’Italia può diventare punto di riferimento dell’economia digitale europea, attirando investimenti per almeno quindici miliardi di euro e generando quasi cento mila posti di lavoro.
È il messaggio lanciato dal primo Data Center Symposium, evento di riferimento del mercato italiano dei Data Center organizzato da IDA, l’Associazione italiana dei costruttori e operatori di Data Center, che riunisce quasi tutti gli attori di questo settore in Italia. Un comparto che, nel nostro Paese, vive una fase di notevole espansione.
“Il Data Center Symposium, primo evento di così ampio respiro per questo settore, è stata un’importante occasione di incontro per approfondire le sfide e le opportunità in Italia – afferma Sherif Rizkalla, Presidente di IDA – Intendiamo essere un player cruciale nello sviluppo del digitale nel nostro Paese, riunendo tutti gli stakeholder coinvolti nella filiera e rendendola così più agevole e accessibile. Crediamo fermamente nella nostra missione, perché non c’è business senza digitale e, soprattutto, non c’è digitale senza Data Center”.
I Data Center commerciali hanno più che triplicato le proprie dimensioni negli ultimi cinque anni, fino a raggiungere i 262 MW di potenza IT installata, per un totale di centoquaranta infrastrutture. A queste ne devono essere aggiunti altri 1.200 della Pubblica Amministrazione e circa 3.000 Enterprise Data Center, per un totale di altri 329 MW IT. Con una crescita annua composta (CAGR) del 29%, si stima che la capacità dei Data Center commerciali in Italia raggiungerà quasi un GW IT entro il 2028, o addirittura 1,2 GW IT se gli investimenti nell’intelligenza artificiale continueranno a espandersi a ritmo sostenuto.
Dal punto di vista economico, il mercato interno dei Data Center, se stimolato da adeguati investimenti, potrà raggiungere dimensioni considerevoli. Si prevede infatti che tra il 2024 e il 2028 l’Italia attrarrà investimenti significativi per la costruzione e l’allestimento di nuovi Data Center, con uno scenario di base che prevede 7,8 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture digitali entro i prossimi tre anni. Anche con la crescita dell’intelligenza artificiale, gli investimenti potrebbero raggiungere i 10,5 miliardi di euro, con un impatto totale stimato di circa 15 miliardi di euro, includendo anche spese per apparecchiature IT e costi operativi. Ad inizio 2024 IDA ha censito, in Italia, venti progetti aperti o in fase di presentazione, con investimenti che si attestano intorno ai 10/13 miliardi euro su un arco temporale di 5-10 anni.
Numeri rilevanti, che dimostrano come per l’intera economia del Paese stia passando un treno da non perdere. L’Italia, che ha la terza economia dell’UE, non ha infrastrutture digitali allo stesso livello, motivo per cui è necessario mettere la digitalizzazione al centro delle politiche di sviluppo. Un passo in questo senso viene già fatto grazie ai contributi del PNRR, con cui circa il 75% delle Pubbliche Amministrazioni italiane dovrebbe completare, entro il 2026, la migrazione dei dati e degli applicativi informatici verso il cloud.
Per questo, IDA si sta impegnando in numerose interlocuzioni, anche a livello istituzionale, per mettere a disposizione le proprie competenze e conoscenze. Un primo risultato è stato il supporto alla realizzazione di un disegno di legge in materia di organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati, che ha iniziato di recente l’iter alla Camera dei Deputati.
Dal Data Center Symposium sono emerse tre condizioni affinché l’Italia sia in grado di cogliere questa grande opportunità. In primis, quella legata al tema della permessistica: è fondamentale andare verso la semplificazione dei processi autorizzativi e la creazione di normative adeguate e uniformi su tutto il territorio nazionale. Inoltre, il menzionato processo di crescita a cui stiamo assistendo deve al contempo mettere al centro sostenibilità e accesso all’energia, temi cruciali per lo sviluppo delle infrastrutture digitali. Infine, tra le grandi sfide per il comparto c’è anche la ricerca dei talenti, coltivando e diffondendo nuove competenze e delineando nuove professioni che possano attirare l’attenzione dei più giovani, già nell’immediato futuro.
Ruolo centrale ha inoltre avuto il tema ambientale che, contrariamente a quanto viene talvolta raccontato, catalizza le attenzioni degli operatori del settore: prova ne è l’istituzione, all’interno di IDA, di un Comitato Tecnico dedicato alla Sostenibilità. Le tematiche ESG sono un punto cardine dell’attività dell’Associazione, e gli investimenti nel settore comportano la necessità che tutti gli attori della filiera siano capaci di garantire una crescita sostenibile a livello economico, sociale e ambientale.