Se la blockchain è la tecnologia del momento che (come abbiamo già visto su questo sito) le banche stanno progressivamente implementando nei propri sistemi, anche gli strumenti biometrici per identificazione e tutela dei clienti sono entrati tra i servizi bancari e non solo. Il caso più popolare è probabilmente quello di Amazon che sta avviando un sistema per i pagamenti con il palmo della mano, ma non è l’unico caso.
Da uno studio svolto recentemente da Axios, in realtà, ciò che viene spesso sottovalutato sono gli aspetti relativi alla tutela dei dati, acquisiti dalle grandi compagnie.
Per quanto concerne le banche, queste hanno sviluppato un rapporto conflittuale con la biometria fatto di tanti tira e molla e qualche difetto dovuto a scarso o cattivo funzionamento.
Ma le banche – e, sempre più spesso, i rivenditori – hanno lavorato in modo eccessivo per utilizzare la biometria sia nei sistemi di back-end (dove i consumatori non li vedono) che in quelli pubblici. Giusto per fare qualche esempio, Chase, Bank of America, Citi e Wells Fargo hanno introdotto varie opzioni di identificazione biometrica, tra cui riconoscimento vocale, delle impronte digitali, degli occhi o del viso.
Mastercard e Visa stanno implementando carte di pagamento con ID impronta digitale incorporato.
BMO e Mastercard hanno aperto anche la strada al “selfie pay”, che consente ai clienti di autenticarsi per lo shopping online.
Le banche affermano che i loro sistemi sono completamente sicuri, ma stanno procedendo con cautela per evitare di innervosire i propri clienti.
Tuttavia, non tutti hanno mantenuto i sistemi biometrici ad ogni costo. Alcune banche, ad esempio, hanno abbandonato alcune forme di riconoscimento biometrico: Republic Bank of Kentucky ha dichiarato nel 2016 che avrebbe consentito ai clienti di accedere alla loro app di mobile banking tramite impronte digitali o scansione della vena oculare – ora offre l’opzione dito più ID facciale.
Il report Axios evidenzia anche situazioni piuttosto scabrose che lasciano alcuni dubbi. Tra questi vi è il caso delle impronte del pollice che sono state falsificate con il tipo di gelatina usata nei Gummi Bears e una foto del pollice di qualcun altro.
Oppure, il caso di una coppia di gemelli che ha violato il sistema di identificazione vocale della banca telefonica di HSBC.
I sistemi di riconoscimento facciale possono essere aggirati da maschere e realtà virtuale – e spesso mostrano pregiudizi razziali.
Casi come questi fanno necessariamente riflettere anche perché come cita Axios “La biometria è un’informazione personale molto sensibile. Se la vostra password viene rubata, ne create una nuova. Se ti rubano le impronte digitali, non puoi crearne di nuove” e tutti questi sono aspetti in cui la tecnologia deve migliorare, anche perché evidentemente, l’unicità non è diretto sintomo di “infrodabilità”.
I sistemi biometrici hanno molti modi per controllare e proteggersi da robot e intrusi legati all’Intelligenza artificiale. I sistemi scongiurano di solito il comportamento criminale. Un esempio: Discover, una società di carte di credito, “riceve le cosiddette impronte vocali dei chiamanti – non le registrazioni della loro voce – e segnala i truffatori”, riferisce il WSJ.
Un numero crescente di persone accoglie con favore la comodità, grazie ai cellulari e alla routine di identificazione con le dita. “Se non fosse per la possibilità di usare l’impronta del pollice sull’iPhone, penso che la biometria sarebbe ancora qualcosa ai margini”, ha dichiarato ad Axios Trace Fooshee di Aite Group, una società di consulenza bancaria.
Dal punto di vista della vendita al dettaglio: Amazon non è l’unica azienda che utilizza la biometria. I New York Mets hanno dei chioschi che permettono di pagare gli spuntini con le impronte digitali. Negli Stati Uniti poi vi sono anche altri ristoranti quick-serve come Caliburger e Malibu Poke che permettono ai clienti di ordinare tramite il riconoscimento facciale nei chioschi self-service. Mitek, che vende un sistema di verifica del riconoscimento facciale, conta come clienti Airbnb, Instacart e Poshmark.
“Che ci piaccia o no – conclude insomma Axios – la biometria sarà una parte più grande della nostra vita. E mentre il settore bancario è fortemente regolamentato, il mondo del commercio al dettaglio non lo è portando a diversi standard di fiducia”.