di Pierfrancesco Malu
I pagamenti elettronici sono un importante elemento di modernità, digitalizzazione e inclusione per imprese e cittadini. In tanti, però, non sanno che possono essere anche un importante elemento di sostegno nei confronti dell’ambiente favorendo un maggiore equilibrio andando incontro alla sostenibilità socio ambientale. Di questi aspetti ce ne parla il dott. Sebastien Mandron, Group Head of CRS di Worldline, intervistato in esclusiva da Arena Digitale.
Un aspetto non molto discusso e in gran parte sottostimato riguarda il fatto che anche il digitale inquini. Secondo recenti studi, si stima che l’intero settore dell’IT delle imprese, in tutto il mondo, nel 2025 lascerà un’impronta di carbonio pari a quella di oltre 450 milioni di autovetture. Cosa differenzia i pagamenti digitali da questo scenario, rendendoli anzi un motore di sostenibilità?
I pagamenti digitali hanno un impatto, in termini di emissioni, molto ridotto rispetto all’invio di mail, all’utilizzo di file immagini e video o allo streaming. Di conseguenza, le attività di pagamento non sono direttamente correlate all’impatto dell’industria digitale, dove i volumi di emissioni aumentano drasticamente a causa delle dimensioni dei file. Tuttavia, abbiamo dimostrato che i costi ambientali delle transazioni digitali possono essere ridotti drasticamente consolidando i flussi di transazioni attraverso l’utilizzo del telefono per effettuare acquisti tramite le carte virtuali e sopprimendo gli altri dispositivi fisici come le carte bancarie, i terminali di pagamento e le ricevute. La maggior parte del risparmio di CO2 viene generato dunque dal non utilizzo di questi dispositivi.
Nello studio “Accelerating the decarbonisation of payments” realizzato in collaborazione all’Università Paris Dauphine-PSL si afferma che “i pagamenti online, quindi non in negozio, riducono l’impronta di carbonio fino al 93%”, può spiegarci meglio questo dato?
Certo. È importante notare che lo studio è stato condotto sulla base mercato belga dei pagamenti. In Belgio, gli utenti finali utilizzano un dispositivo di autenticazione fisica prima di effettuare pagamenti online. Con questo dispositivo specifico, lo studio evidenzia che una transazione online genera 11,9 g eqCO2. Come si è visto, qualsiasi dispositivo ha un impatto significativo sull’impronta di gas serra. In questo caso, il dispositivo di autenticazione rappresenta 8,91 g delle emissioni totali. Eliminando questo dispositivo (-8,9g), virtualizzando la carta di credito attraverso la tokenizzazione del pagamento e utilizzando l’autenticazione di sicurezza a monte (-2,2g), l’impronta di carbonio della transazione online si ridurrebbe a meno di 1g (0,8g). Ciò si traduce in una potenziale riduzione del 93% dell’impronta di carbonio delle transazioni online rispetto al processo attuale.
Secondo il suo punto di vista, cosa manca all’Italia per essere digitale nei pagamenti al pari di altri partner europei coniugando così le esigenze di sostenibilità con quelle di semplificazione e di modernità, e quali potrebbero essere le iniziative da assumere per favorire il processo?
L’ultima edizione dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano ha dimostrato che l’adozione dei pagamenti digitali in Italia sta aumentando, tant’è che anche nel 2023 hanno segnato un incremento del 12% sull’anno precedente. Ma c’è sicuramente margine per un’ulteriore spinta all’utilizzo degli strumenti di pagamento digitali. Sono convinto che sarà la crescita della domanda, guidata dalle nuove generazioni che sono naturalmente più orientate a questo tipo di strumenti, oltre che la presenza costante di turisti stranieri, a portare un progressivo cambiamento verso un’ancora maggiore penetrazione dei pagamenti digitali in Italia.
Qual è l’impegno di Worldline per favorire la sostenibilità?
Worldline è impegnata nella traiettoria Net Zero e sta conducendo delle ricerche per ridurre le emissioni di CO2 per gli Scope 1, 2 e 3. Stiamo infatti studiando il modo migliore per diminuire le emissioni di CO2 legate ai servizi che vendiamo ai nostri clienti. Stiamo inoltre collaborando con i nostri fornitori per ottenere da loro le informazioni sull’impatto in termini di emissioni dei prodotti e dei servizi che ci forniscono e sulle azioni che hanno intrapreso o prevedono di intraprendere per diminuire la loro impronta di CO2. Lavorare in ottica Net Zero significa fare pare di un ecosistema che deve impegnarsi a diminuire le emissioni di CO2 nella produzione dei propri prodotti e servizi. Siamo convinti ci sia un grande potenziale per diminuire ulteriormente le emissioni di CO2 nel nostro settore nei prossimi anni, cambiando le abitudini di pagamento e utilizzando tecnologie e soluzioni già disponibili. Far conoscere queste buone pratiche ai cittadini, alle banche e ai merchant è la prima chiave per ottenere risparmi immediati di CO2 senza alcuno sforzo o costo aggiuntivo.