L’uso distorto della tecnologia è un fenomeno che “deve essere regolato, necessariamente e urgentemente, nell’interesse delle persone, dei cittadini, ma sappiamo che questa fondamentale esigenza incontra difficoltà a causa delle dimensioni e del potere di condizionamento degli operatori del settore. La cui presunzione di divenire protagonisti che dettano le regole, anziché essere destinatari di regolamentazione, si è già manifestata in più occasioni”. Sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia al Quirinale con le alte cariche dello Stato per gli auguri di Natale. “Attraverso un uso distorto della tecnologia, si riesce, già oggi, ad alterare, in maniera difficilmente avvertibile, dichiarazioni, video, filmati, tagliando brani, isolando frasi, rimontando abusivamente. Con l’intelligenza artificiale è possibile produrre scenari virtuali apparentemente credibili ma totalmente ingannevoli – ha spiegato Mattarella – . È concreto il rischio di trovarsi a vivere in futuro in dimensioni parallele, in cui realtà e verità non siano distinguibili dalla falsità e dalla manipolazione: ne risulterebbe travolto lo spirito critico. E, con esso, la libertà che è alla base dei diritti di ciascuno”.
“Quello che stiamo vivendo è un tempo, per un verso, affascinante, di grande cambiamento ma anche difficile, travagliato, per più aspetti drammatico: il post pandemia, con gli effetti prodotti a tutti i livelli nelle nostre comunità, da quelli umani a quelli economici, sociali e psicologici, soprattutto sui più giovani”. “Penso che sia utile riflettere sul filo che lega eventi diversi. Sarebbe un errore tenerli del tutto distinti o considerarli soltanto come la coincidenza di sfortunate contingenze: vanno invece, valutati nel loro insieme ed esaminati con altri fattori, a partire dal prepotente avvento delle nuove tecnologie, tra cui spicca l’enorme potenziale dell’intelligenza artificiale. Tutto questo ci pone di fronte a ciò che appare come un tornante della storia. Un cambiamento che mette in discussione i precedenti equilibri, i modelli di sviluppo: quelli sociali, quelli culturali e persino quelli antropologici”. “Dell’intelligenza artificiale – ha continuato Mattarella – bisogna anche valutare con attenzione gli effetti sul mercato del lavoro. Recenti studi prevedono che la diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa possa determinare l’automazione, almeno parziale, di ampia parte degli attuali posti di lavoro”. “L’automazione – ha aggiunto – comporterà sicuramente anche la creazione di nuovi posti di lavoro ma in quale numero e di quale livello non è assolutamente prevedibile. Questo non può indurre a rifiutare di accogliere le nuove condizioni tecnologiche e le opportunità che esse offrono ma porrà, con sempre maggior forza, l’esigenza di riqualificare e ricollocare i lavoratori dei settori in contrazione”.
“La recente iniziativa sulla Intelligenza Artificiale avviata dalle istituzioni europee va nella giusta direzione, ponendosi il decisivo problema della tutela della privacy e della libertà dei cittadini”, ha concluso il presidente della Repubblica. “Immaginiamo solo per un momento, applicando lo scenario descritto nel libro ‘1984’ di George Orwell, cosa avrebbe potuto significare una distorsione nell’uso di queste tecnologie al servizio di una dittatura del Novecento. Sono in gioco i presupposti della sovranità dei cittadini”.