Analizzare e riflettere sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale, sugli equilibri geopolitici attuali e futuri per comprenderne rischi e opportunità per le relazioni internazionali. E’ questo l’obiettivo della conferenza “La sfida di Prometeo” organizzata il 14 dicembre dall’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo.
Sono notevoli gli impatti di un potenziale uso distorsivo dell’IA sui delicati equilibri politici internazionali: Paesi avanzati nello sviluppo di queste nuove tecnologie possono acquisirne enormi vantaggi strategici, potenziando la loro capacità di sorveglianza, influenza e potenza militare. Inoltre, la dipendenza economica dalle nuove tecnologie può generare forti disuguaglianze tra nazioni, innescando una vera e propria corsa agli “armamenti tecnologici”, contribuendo ad aggravare gli squilibri globali di sviluppo. Con conseguenze imprevedibili sulla pace e la stabilità internazionali.
E’ in tale contesto che la recente approvazione da parte dell’UE dell’AI Act – la prima regolamentazione al mondo in materia di Intelligenza Artificiale, con un’intesa tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo raggiunta dopo un negoziato di oltre 36 ore – viene a configurarsi come una pietra miliare in un ambito che fino ad ora non ha visto perimetri né confini a livello globale.
Molti gli elementi pioneristici e di novità della normativa discussi nel corso della Conferenza che, dopo il saluto iniziale in video messaggio del Ministro Antonio Tajani, ha visto numerosi ospiti prendere parte al dibattito, tra cui Bruno Frattasi (Agenzia Nazionale per la Cybersecurity), Roberto Viola (Commissione europea), Joe Cerrell (Bill & Melinda Gates Foundation) e Brando Benifei (Parlamento europeo).
Attraverso un approccio multidisciplinare, animato da esperti, scienziati, politologi ed esponenti del mondo delle imprese e delle ONG, la Conferenza “La sfida di Prometeo” ha acceso i riflettori sull’uso dell’intelligenza artificiale in politica estera, la cui importanza si riflette nel valore crescente del mercato globale dell’IA. Secondo un recente studio di McKinsey, nel 2030 l’Intelligenza Artificiale potrebbe contribuire all’economia globale fino a 15,7 trilioni di dollari, più della produzione attuale di Cina e India messe insieme, raggiungendo entro l’inizio del 2024 l’equivalente di 2,6 trilioni di dollari.
“Il contesto internazionale di oggi è estremamente complicato, aggravato da due guerre vicine ai confini europei, in Medio Oriente ed Ucraina, e da nuove sfide globali. Tra queste rientrano i recenti sviluppi delle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale con i pericoli e le minacce che possono generare. Si tratta di una sfida globale che travalica i confini dei singoli paesi. Anche per questo la Presidenza italiana del G7 metterà il tema dell’Intelligenza Artificiale al centro della propria agenda. Vogliamo promuovere la nostra visione di un’Intelligenza Artificiale sicura, etica e incentrata sull’elemento umano”, ha dichiarato Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.
“La corsa all’Intelligenza Artificiale”, ha sottolineato Diego Brasioli, Ambasciatore d’Italia in Lussemburgo, “comporta la necessità di adottare norme condivise volte a garantire che l’IA venga utilizzata come strumento di pace e stabilità. La comunità internazionale deve affrontare con urgenza le implicazioni geopolitiche di queste nuove tecnologie, cercando di bilanciare l’innovazione con la sicurezza globale. Se l’obiettivo è quello di evitare che attori malintenzionati utilizzino l’IA per scopi dannosi e che i governi cadano nella tentazione di istituire sistemi ‘algocratici’ questo può essere raggiunto solo attraverso un processo condiviso a livello internazionale volto a garantire che l’IA si sviluppi gradualmente in una forma di Saggezza Artificiale (Artificial Wisdom)”.
“Dopo anni di progressi verso l’equità in materia di salute e la riduzione della povertà, stiamo assistendo a un crescente divario tra i Paesi e le comunità su quasi tutti i parametri dello sviluppo globale. L’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per invertire questa tendenza e dare un contributo di quasi 16.000 miliardi di dollari alla società entro il 2030. Tuttavia, non dobbiamo commettere gli errori del passato e presumere che questo contributo sarà distribuito in modo equo. Dobbiamo garantire che i benefici dell’IA siano rilevanti, accessibili ed equi per tutte le comunità del mondo e comprendere e mitigare i rischi che l’IA può comportare se lasciata senza controllo”, ha aggiunto Joe Cerrell, Amministratore Delegato per Europa, Medio Oriente e Asia orientale, Bill & Melinda Gates Foundation.
“L’AI Act approvato dalle tre istituzioni europee è il primo quadro giuridico completo sull’intelligenza artificiale a livello mondiale. Si basa su un approccio volto a favorire un’innovazione responsabile in Europa e a sostenere lo sviluppo e la diffusione di un’IA che sia al contempo affidabile e incentrata sulle persone”, ha dichiarato Roberto Viola, Direttore Generale per le politiche digitali della Commissione europea. “Con questo quadro regolamentare l’UE aspira a guidare la discussione globale su questi temi di rilevanza anche geostrategica”.
La conferenza è stata organizzata in partenariato con Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, Bill & Melinda Gates Foundation, Intesa Sanpaolo Innovation Center, Nato Defense College Foundation, CENTAI, Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma), Politecnico di Torino, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università Telematica Internazionale Uninettuno, UNETCHAC (Universities Network for Children In Armed Conflict), University of Luxembourg Diplomacy Lab, Luxembourg House of Cybersecurity, Camera di Commercio Italo-Lussemburghese, List (Luxembourg Institute of Science and Technology) e Artificial Engineering.